Edison L’uomo che illuminò il mondo: la guerra della corrente, lo speciale costumi di scena
Edison L’uomo che illuminò il mondo – Benedict Cumberbatch nei panni di Thomas Edison e Michael Shannon in quelli di George Westinghouse sono i protagonisti di EDISON – L’uomo che illuminò il mondo.
La storia della competizione epica e spietata tra i due più grandi inventori dell’era industriale per stabilire quale dei due sistemi elettrici avrebbe dominato il nuovo secolo. Sostenuto da J.P. Morgan, Edison abbaglia il mondo illuminando Manhattan, ma Westinghouse, aiutato da Nikola Tesla, riuscì ad individuare alcuni pesanti difetti nel sistema a corrente continua di Edison.
Scatenando una vera “guerra della corrente”, Westinghouse e Tesla puntano tutto sul sistema a corrente alternata, una scelta rischiosa e pericolosa. Diretto da Alfonso Gomez-Rejon e scritto dal drammaturgo Michael Mitnick, EDISON – L’uomo che illuminò il mondo annovera nel cast anche Katherine Waterston, Nicholas Hoult, Tom Holland, Matthew Macfadyen e Tuppence Middleton.
Edison L’uomo che illuminò il mondo: il film
Inverno, 1880. Un treno trasporta un gruppo di grassi gatti da New York a un campo nella remota campagna del New Jersey. Avvolta dall’oscurità emerge una figura solitaria: Thomas Alva Edison, illuminato solo dal tenue bagliore del suo inseparabile sigaro. All’improvviso viene azionato un interruttore e il paesaggio viene inondato dal bagliore di file su file di lampadine giganti. Usando il suo sistema a corrente continua il Mago di Menlo Park è apparentemente riuscito nel suo più grande incantesimo, almeno fino a quel momento.
A circa trecento miglia a ovest, nella sua villa di Pittsburgh – la Solitude – l’industriale rivale George Westinghouse viene a sapere del clamoroso successo di Edison. Con sua moglie Marguerite e il leale ingegnere capo, Franklin Pope (un vecchio collega di Edison), fa il punto sulla notizia e decide di invitare il famoso inventore, Edison, a cena per incontrarlo di persona.
Washington oggi. Edison briga per convincere e persuadere il grande finanziere J.P. Morgan a investire i suoi soldi sulla sua invenzione. Ma inaspettatamente si ritrova alla Casa Bianca, con la moglie Mary e i bambini Dash e Dot e il suo segretario personale, l’inglese Samuel Insull, per mostrare un’altra invenzione: il Fonografo di Edison. In quell’occasione il Presidente Chester A. Arthur, tenta di invogliarlo a progettare armi da guerra per i militari. Edison sarà irrevocabile: “L’unico dispositivo che non costruirò mai è quello che prende una vita umana!”, dice ad Arthur.
Lasciando l’Ufficio Ovale senza i fondi che aveva cercato, Edison rivela il suo piano: illuminare un miglio quadrato di Manhattan con i suoi globi elettrici e sei dinamo giganti. Insull viene incaricato di creare una nuova azienda, la Edison Electric, a New York.
Mentre alla stazione ferroviaria di Pittsburgh Westinghouse si prepara ad accogliere Edison e la sua famiglia, viene a sapere che il collega ha deciso di non presentarsi per l’eccessiva stanchezza. Offeso, Westinghouse ritorna alla sua villa, mentre Edison si ritira nella sua residenza – laboratorio di Menlo Park, nel New Jersey dove viene a sapere che J.P. Morgan finanzierà il suo progetto, dopo tutto.
Mentre Edison illumina la Pearl Street di New York in una caleidoscopio di pubblicità e clamore pubblico, Westinghouse riflette su come potrebbe generare abbastanza energia per espandere la rete a corrente continua per tutta la città. Anche Nikola Tesla è preso dalle medesime riflessioni. L’immigrato serbo, un inventore in cattive acque, offre i suoi servizi e la sua idea di corrente alternata (CA) a Edison garantendogli che potrà inviare più elettricità su distanze più lunghe. Edison ritiene che la CA sia troppo pericolosa e ingestibile da sfruttare, ma decide di assumere comunque Tesla, offrendogli miseri 10 dollari a settimana per lavorare a Menlo Park.
Mentre Edison è intento nel progetto di estendere la sua rete elettrica in 12 città americane utilizzando la CC, il sistema a CA di Westinghouse riesce a trasmettere l’energia elettrica per un miglio, illuminando la città di Great Barrington nel Massachusetts, eclissando così il suo rivale. Con grande scorno di Edison sembra che Westinghouse sia riuscito a metterlo alle corde e per di più usando anche la sua invenzione, il bulbo elettrico: la lampadina.
Tesla si offre allora di progettare un motore per alimentare il sistema a CA di Edison, ma viene dissuaso. Edison crede troppo testardamente nel suo stesso genio per mettersi in discussione e a questo punto il loro sodalizio non ha più ragione di esistere. Il serbo è così libero di fondare la sua compagnia, la Tesla Electric.
Edison si getta anima e corpo nella lotta con Westinghouse, lo attacca sulla stampa e persino lo prende in giro utilizzando il suo fonografo, ma riesce solo a far raddoppiare gli sforzi del suo rivale. Con la creazione della Westinghouse Electric Company e la registrazione del brevetto per il suo nuovo sistema, il raffinato industriale si prepara alla battaglia.
Edison L’uomo che illuminò il mondo: lo speciale costumi di scena
Al costumista, con già una nomination all’Oscar, Michael Wilkinson è stato assegnato il compito di dar vita al complesso e sgargiante guardaroba del film. L’approccio innovativo di Gomez-Rejon ha catturato l’immaginazione dello stilista.
Un punto di partenza fondamentale è stato un book fotografico sull’idea di look per il film, preparato dal regista con riferimenti eterogenei a Bob Dylan, David Bowie o imprenditori della Silicon Valley come Mark Zuckerberg e Elon Musk. “Volevamo evitare il senso di vecchio e la pesantezza dando ai vestiti un aspetto moderno”, afferma Wilkinson. In altre parole non ci sarebbe stato alcun accenno vittoriano in bella mostra.
A rendere il tutto più complesso c’è la storia che si snoda in un arco temporale di 13 anni. “Il film si svolge in 12/13 anni, dal 1880 al 1893, quindi ogni personaggio aveva un bel guardaroba” racconta Wilkinson “avevamo anche 16 comprimari e circa 100 comparse. Negozi specializzati in costumi vittoriani ci hanno fornito alcuni degli abiti, per lo più quelli riferiti a qualche mestiere, ma il resto doveva essere creato da zero.”
Ci sono ritratti e vari riferimenti fotografici di Edison su cui lavorare, ma dovevamo lavorare con un margine più creativo per gli aspetti più comuni, lontano dalle redingote e dagli abiti da cerimonia del suo personaggio pubblico. “Volevamo mostrare il suo lato che non ha mai permesso di essere fotografato. Quello più vulnerabile, l’uomo di casa che cercava di essere un padre e un marito. Volevamo mostrare le crepe nell’armatura.”
Anche per Westinghouse gli abiti sono stati pensati per suggerire ciò che si trova sotto la superficie. “Volevo dimostrare che c’era qualcosa, una passione, dietro la sua facciata e su questo Michael ha contribuito con un incredibile lavoro sul personaggio” spiega Wilkinson.
“Erano dei bei vestiti e mi sono piaciuti tutti”. Anche se c’era una piccola eccezione ammette Shannon, “Non ero un grande fan del mio smoking; aveva una di quelle camicie con il petto inamidato, rigidissimo, praticamente lo dovevi bloccare con dei rivetti.”
Lavorare con i due protagonisti è stato affascinante afferma Wilkinson: “Benedict ha voluto essere coinvolto nella scelta dei tessuti e del taglio degli abiti, come anche in come rappresentare il passare del tempo attraverso il guardaroba, tutti i dettagli erano molto importanti per lui. Gli piaceva davvero l’idea di scoprire l’uomo dietro la facciata.” Shannon, al contrario, era meno preso. “Ha avuto un atteggiamento più fiducioso e un po’ meno coinvolto, affidandosi di più alle mie indicazioni”, racconta il costumista.
Per Tesla Wilkinson racconta che invece “Alfonso lo immaginava un po’ come L’Uomo che Cadde sulla Terra. Era un tipo estremamente formale, si presentava sempre al lavoro con il cappotto, le ghette, il cilindro e un guanto, mentre Edison era famoso per essere stazzonato e trasandato.” A Nicholas Hoult è piaciuto il suo guardaroba. “Michael ha fatto un lavoro fantastico realizzando tutti questi meravigliosi abiti, davvero perfetti per il personaggio.”
I rigidi e spessi tessuti del periodo hanno fatto sì che i costumi risultassero pesanti. “C’è voluto un po’ perché gli attori si abituassero” ricorda Wilkinson. “Sono stato molto sollevato dal fatto che stessimo girando in pieno inverno.” Tuppence Middleton e Katherine Waterston hanno dovuto sopportare anche la tortura del corsetto allacciato stretto, veramente scomodo. Il consiglio della Middelton per la gestione del corsetto è: “Non mangiare troppo pranzo, stare molto seduti, e non correre troppo in giro, visto che limita molto la tua respirazione.”
Gli altri elementi chiave del guardaroba XIX secolo che la Wilkinson ha disegnato per Marguerite Westinghouse e Mary Edison erano: lunghe sottovesti, gonne fluttuanti, grandi impalcature sottogonna e scarpe con i tacchi. “Entrambe hanno amato e, allo stesso tempo, odiato i vestiti. Avevano con loro un rapporto conflittuale, come tutte le donne di quel periodo.”
I risultati sono stati fantastici, la stessa Middleton ricorda entusiasta: “Michael ha fatto un lavoro incredibile.” L’opera che ha reso più orgoglioso il costumista sono stati i 14 abiti creati per Marguerite Westinghouse. “Era nota per il suo gusto per tutte le belle cose della vita. E’ andata a Parigi ogni anno per comprare le cose all’ultima moda, così mi sono potuto sbizzarrire nel mostrare le diverse forme delle maniche, delle gonne, e i diversi abbinamenti di colore e trame nell’arco dei 14 anni in cui si svolge il film. L’audace abito a righe bianche e nere, che indossa all’Esposizione Mondiale, è uno dei miei preferiti, mi sono divertito molto a lavorare con Katherine, lei è acutissima e ha dato molti spunti interessanti per il suo personaggio.”
Tom Holland, nei panni di Samuel Insull, è rimasto particolarmente attratto dagli abiti di quell’epoca. “Penso di essere nato nel momento sbagliato. La moda di quei giorni è molto più bella di quella attuale. Le persone erano molto orgogliose dei loro vestiti, non c’era nessuna possibilità che a qualcuno potesse venire in mente di indossare i pantaloni della tuta e una maglietta, o un abito a tre pezzi, o niente. Adoro i vestiti, per questo penso che mi sarebbe piaciuto vivere in quei giorni.” Se ad alcuni attori piace indossare abiti d’epoca, comprese le mutande, Holland non era uno di loro. “Indossavo il pigiama sotto gli abiti perché faceva un freddo cane. Venivo da Atlanta, quindi ero abituato al caldo e poi il costume di Spider-Man è un forno, così quando tornavo a Londra congelavo.”
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