Arthur Arbesser autunno inverno 2020 – La collezione autunno inverno 2020 2021, che ha sfilato a Milano Moda Donna, racconta Milano vista da Arthur Arbesser, il rapporto con il design, l’architettura e alcuni suoi eccentrici protagonisti.

Milano ha dal primo giorno affascinato Arbesser, una città bella ma non immediata, da scoprire nelle forti geometrie, nei palazzi, nei marmi e nelle piastrelle degli ingressi. Così come i suoi protagonisti che, nell’arte e nel design, hanno lasciato un segno riconoscibile, spesso senza troppo rumore ma in maniera consistente.

Gli occhi da “étranger” del designer, negli anni, hanno apprezzato scorci e trovato ispirazione in dettagli urbanistici spesso ovvi agli occhi dei Milanesi. Tutto questo diventa oggi la collezione di Arbesser, rigorosa ma ironica, grafica ma non rumorosa, chiara e consistente.

Ed il mondo del design scende in campo fisicamente con i materiali e le stampe studiate con il designer Marco Guazzini e con le amiche-muse curatrici, designer, artiste non solo tra gli spalti ma in passerella, protagoniste dello show.

Le linee pulite di Arbesser trovano un equilibrio nelle silhouette sinuose e nette, polvere di marmo e lana diventano fibbie, bottoni ed una stampa all over. La calda palette colori con il bordeaux, il bianco latte accostato al velluto nero, le diverse tonalità di marrone nelle stampe ton sur ton, crea un’immagine raffinata e decisa.

I pattern signature di Arbesser vengono declinati in scale diverse con versioni micro e macro che appaiono come maglie di mohair jacquard e tessuti fluidi stampati. I capi spalla trapuntati in tessuti metallici e le paillettes ravvivano i toni, dando ironia ed edge.

La progettazione per Marco Guazzini è un atto ragionato, consapevole. Se l’intuizione può essere frutto di un momento felice, nel caso di questo designer al guizzo creativo di un attimo segue sempre una fase di calma e rigore, di ricerca attenta e metodica.

Il risultato è un lavoro lineare, composto, di eleganza fluida ma anche di grande libertà espressiva. Accanto all’impegno di progettista nel senso più classico del termine, ha portato avanti un processo di sperimentazione alchemica. Ed è così che è arrivato a inventare un nuovo materiale, che ha chiamato Marwoolus – dichiarando fin dal nome il senso di meraviglia per la scoperta.

Marwoolus mescola la lana di Prato e il marmo di Pietrasanta – i luoghi dell’infanzia del designer. Con Arthur Arbesser si è attivato da subito un dialogo fitto e spontaneo, che ha portato alla realizzazione di una serie di lastre, prodotte in esclusiva per essere fotografate e successivamente stampate sui tessuti, così come elementi fatti a mano che diventano accessori della collezione.