Damien Hirst Galleria Borghese: la mostra Archaeology Now
Damien Hirst Galleria Borghese – La Galleria Borghese apre con la nuova mostra di Damien Hirst a cura di Anna Coliva e Mario Codognato: oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable sono esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori antichi e comprendono sculture sia monumentali che di piccole dimensioni, realizzate in materiali come bronzo, marmo di Carrara e malachite.
Anche i dipinti di Hirst Colour Space, in Italia per la prima volta, sono allestiti all’interno della collezione permanente, mentre la sua scultura colossale, Hydra and Kali, è nello spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera.
Il progetto è stato reso possibile grazie al generoso supporto di Prada, che indaga gli ambiti di ricerca come l’arte, l’architettura, la filosofia, la letteratura con l’obiettivo di elaborare linguaggi e progetti innovativi, in un continuo dialogo con gli scenari più ampi della contemporaneità.
Le opere di Hirst sono presentate nella Galleria Borghese, un museo con una superba collezione di capolavori della statuaria romana classica, della pittura italiana del Rinascimento e di quella del Seicento, e le più importanti sculture di Bernini e Canova. Nello stesso tempo, e questa è la sua unicità, è un luogo che possiede una ricca e originale decorazione fatta da una varietà di materiali e colori: marmi, stucchi, mosaici.
I lavori di Hirst completano la molteplicità di invenzioni e tecniche presenti nella collezione museale, mostrando l’incredibile abilità dell’artista di unire concetti e narrazioni con l’eccezionale capacità necessaria a creare queste complesse opere, che è stata una costante di questa istituzione.
Questo progetto nasce da una delle ricerche più originali di Hirst negli ultimi vent’anni: Treasures from the Wreck of the Unbelievable esposta per la prima volta a Venezia nel 2017 a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana. Qui aveva lavorato con materiali diversi – naturali, tecnologici e preziosi – con eccezionale tecnica e abilità. Realizzate in marmo, bronzo, corallo, cristallo di rocca, pietre dure e inserite tra i capolavori della collezione della Galleria, queste opere esaltano il desiderio di multiformità del suo fondatore, il Cardinale Scipione Borghese. La sua fantasia era stata di superare le categorie, non solo tra le arti, ma anche tra realtà e finzione.
La mostra presenta anche un gruppo di dipinti dalla serie di Hirst del 2016 intitolata Colour Space, che costituisce sia uno sviluppo degli Spot Paintings sia una rivisitazione della prima opera di quella serie in cui le macchie erano dipinte liberamente. Colour Space vede l’infiltrazione, nelle parole di Hirst, di “elementi umani”. Queste opere sono come “cellule al microscopio”. Rompono l’idea di una immagine unificata, fluttuano nello spazio, scontrandosi e fondendosi l’una nell’altra, con un senso di movimento che contraddice la stasi della tela.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Marsilio in versione italiana e inglese, presenta testi critici di Anna Coliva, Mario Codognato, Geraldine Leardi e contiene le immagini dell’allestimento nel museo.
All’evento hanno partecipato – alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, della Direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e dei curatori Anna Coliva e Mario Codognato – ospiti provenienti dal mondo della cultura, dell’arte, della moda e del cinema – tra i quali: Jordan Anderson, Pappi Corsicato, Matilda De Angelis, Renato De Maria, Antonio Dikele Distefano, Isabella Ferrari, Flaminia Gennari Santori, Margherita Guccione, Hou Hanru, Gabriele Mainetti, Pepi Marchetti Franchi, Tamu McPherson, Aya Mohamed, Fabio Mollo, Pierpaolo Piccioli, Bartolomeo Pietromarchi, Paola & Pamela Ameyibor, Daniela Porro, Alessandro Roja, Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio, Salvatore Settis, Stefano Sollima, Claudio Strinati, Aimee Song, Mafalda von Hessen, Niki Wu Jie.
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