Asterix & Obelix – Il Regno di Mezzo: l’intervista a Vincent Cassel e Marion Cotillard
Il 2 febbraio 2023 arriverà nelle sale italiane, distribuito da Notorious Pictures, Asterix & Obelix – Il Regno di Mezzo, l’attesissimo quinto film sulla serie francese di culto, diretto da Guillaume Canet. I due celebri galli sono lo stesso Guillaume Canet (Asterix) e Gilles Lellouche (Obelix), insieme a loro il premio Oscar Marion Cotillard nei panni di Cleopatra, Vincent Cassel in quelli di Cesare e un inedito Zlatan Ibrahimović nel ruolo del romano Caius Antivirus.
In questa nuova storica avventura, i due valorosi guerrieri dovranno aiutare Fu Yi, l’unica figlia dell’imperatore cinese Han Xuandi, fuggita dalle grinfie di un principe malvagio e arrivata in Gallia in cerca del loro aiuto.
Asterix & Obelix – Il Regno di Mezzo: il trailer ufficiale
È l’anno 50 a.C. L’imperatrice della Cina è appena stata imprigionata in seguito a un colpo di stato ordito da Deng Tsin Qin, un principe traditore. Aiutata da Maidiremaìs, il mercante fenicio, e dalla sua fedele guardia del corpo Gan Cho, l’unica figlia dell’imperatrice, la principessa Fu Yi, fugge in Gallia per chiedere aiuto ai due valorosi guerrieri Asterix e Obelix, dotati di una forza sovrumana grazie alla
loro pozione magica.
I due inseparabili eroi accettano volentieri di aiutare la principessa a salvare sua madre e a liberare il suo Paese. Inizia così un epico
viaggio e un’avventura straordinaria sulla strada per la Cina. Ma anche Cesare e il suo potente esercito, con sete di una nuova conquista, si stanno dirigendo verso il Regno di Mezzo.
L’intervista a Vincent Cassel
Sei rimasto sorpreso quando Guillaume Canet ti ha chiesto di interpretare Giulio Cesare?
“Prima di rispondere, vorrei tornare alla mia “storia” con Guillaume… Abbiamo vissuto una sorta di percorso parallelo a partire dagli anni ’90 e avevo già perso una o due occasioni con lui… Penso che ci siano persone con cui è un peccato perdere questo tipo di opportunità, soprattutto quando ne vale la pena! Quando il mio agente Laurent Grégoire mi ha parlato di questa proposta, ho subito detto di sì, ancora prima di leggere qualcosa… Era da molto tempo che volevo fare una commedia, per questo ero convinto fin dall’inizio… Ho anche scoperto che era lo stesso Guillaume a dover interpretare Cesare e ho pensato che dovesse aver scritto qualcosa di buono per se stesso!”
Come ti sei immaginato nel personaggio dell’imperatore romano?
“Appena ho provato il costume e ho pettinato i capelli, ho pensato che assomigliassi davvero al Cesare del fumetto. È stata una sensazione che mi ha seguito durante tutte le riprese e ho pensato che fosse un buon segno!”
In termini di fumetti, eri un fan degli album di Uderzo-Goscinny quando eri giovane?
“Assolutamente… La prima volta che sono andato in Brasile, quando avevo 19 anni, è stato Asterix ad aiutarmi con la lingua! In effetti, come studente ero piuttosto mediocre, non ero molto bravo nelle lingue straniere, e se ho imparato il portoghese abbastanza rapidamente sul posto, è stato grazie alle frasi di latino che avevo letto nel fumetto! È così che ho capito le basi della lingua latina… E visto che parliamo di questi album, ce n’è uno che mi piacerebbe vedere adattato: “Asterix in Corsica”. Al di là delle mie origini corse, trovo la storia molto acuta e i suoi personaggi incredibili. E mi piace anche molto “Asterix in Iberia”…”
Stai prendendo il posto di attori come Alain Delon, Alain Chabat o Fabrice Luchini che hanno interpretato Cesare al cinema. Ci hai pensato?
“Vi dirò questo: non me ne frega niente! Non mi sento mai schiacciato dal peso del passato: nel momento in cui mi viene affidato un ruolo, questo mi appartiene… I nomi che hai citato, sono semplicemente attori incredibili, ma non sento il peso della loro interpretazione, è qualcosa in cui non mi identifico, anche se ho visto alcuni dei precedenti film di Asterix e Obelix… Ricordo in particolare il Cesare di Delon, che aveva questa scena interessante in cui parlava con se stesso davanti allo specchio e che lasciava intendere qualcosa della personalità dell’attore…”
Il tuo Cesare è un uomo che sta attraversando momenti complicati con Cleopatra e che vuole assolutamente riconquistarla…
“Esatto! Al di là del fatto che lui sia Giulio Cesare l’Imperatore, è semplicemente un ragazzo che sta passando un momento difficile con la sua ragazza e non sa cosa fare! È un momento che tutti gli uomini con un minimo di esperienza hanno vissuto e ho pensato che, nel mondo di Asterix in cui non è necessario interpretare personaggi adulti, lui dovesse avere reazioni molto epidermiche, quasi infantili… Cesare è davvero una manna dal cielo da interpretare e, inoltre, ci sono stati dei momenti fantastici sul set durante le riprese. Penso in particolare alla scena in cui un piccione mi fa la cacca addosso. È stato Guillaume a chiedere ai ragazzi degli effetti speciali di aggiungere un po’ di escrementi in digitale! Significa anche che, nonostante le dimensioni di questo progetto, ci fosse sempre spazio per aggiungere livelli di comicità…”
Cleopatra nel film è interpretata da Marion Cotillard che si trova in un registro totalmente diverso dopo “È solo la fine del mondo” di Xavier
Dolan…
“Ho saputo subito che sarebbe stata lei a interpretare il ruolo e ne sono stato felicissimo… Marion è una delle nostre più grandi attrici, un’interprete straordinaria che sa sempre trovare una sorta di freschezza nel modo in cui affronta i suoi ruoli… È ovviamente una persona molto professionale ma sa anche essere totalmente istintiva ed è emozionante recitare con lei. Finalmente abbiamo qualche scena insieme e spero di avere l’opportunità di incontrarla ancora sul set di un film…”
Hai detto che “Il Regno di Mezzo” è un grande progetto per il cinema francese. Hai sentito questo peso in qualche momento durante le riprese?
“Sai, qualunque sia la portata di un film, quando sei un attore, è tra il “motore” e lo “stop” che provi piacere o meno… Quando ho iniziato, a volte rimanevo impressionato dai costumi e dalle scenografie, ma oggi so che hai bisogno soprattutto di una storia e di partner con cui recitare. Trovo che ci siano troppi film che si concentrano sul loro budget, sui loro effetti speciali, ecc. Qui ho dovuto utilizzare un registro spiritoso e mi sono divertito moltissimo, anche se non sono un attore che si proietta necessariamente nelle commedie o in un franchise come “Asterix”. Il mio unico rimpianto è quello di non aver potuto recitare di più con Guillaume, Gilles e Jonathan, ma nel film ci sono due bande: i gallico-cinesi e i romani… Ma mi sono comunque trovato con un gruppo di ragazzi come Vincent Desagnat o José Garcia, a cui sono molto legato nella vita… Garcia interpreta Biopìx, il devoto scriba e fan di Giulio Cesare… José è una macchina da guerra e ha inventato un personaggio totalmente folle… Lo guardavo arrivare sul set, completamente calato nel suo ruolo ed è sempre un piacere incredibile vederlo recitare e improvvisare in continuazione. Ho anche potuto lavorare con Bun Hay Mean, un altro amico… In breve, ero davvero circondato da questo gruppo di “cattivi ragazzi non così cattivi” e formavamo un gruppo davvero omogeneo…”
Tutto ciò nel bel mezzo di riprese che a volte hanno incontrato ostacoli, penso in particolare alle avverse condizioni meteo in Alvernia…
“Per un regista è terribile doversi confrontare con gli elementi naturali, ma noi attori siamo relativamente protetti… Quindi sì, faceva freddo, c’era vento, ma Guillaume ha indubbiamente vissuto questi momenti in modo molto più difficile. Era la prima volta che lavoravo con lui e, fin dall’inizio delle riprese, ho capito che Guillaume Canet non fosse lì per caso! Quando si ha questa abnegazione, questa forza nel lavoro, questa capacità di mettersi in discussione ogni giorno, questa flessibilità e questo talento ovviamente, è la prova di un grande regista… Ci sono ragazzi che sanno dirigere un set, adattarsi, ascoltare e Guillaume è uno di questi. E poi so che ama molto gli attori, probabilmente perché è lui stesso uno di loro. Non simula mai di essere qualcosa di diverso da quello che è. Non finge, sa come esprimere i suoi dubbi… È molto onesto in questo senso e penso che i suoi film siano come lui…”
L’intervista a Marion Cotillard
Nel film interpreti una Cleopatra molto estroversa. Come hai costruito questo personaggio?
“Cleopatra mi riporta alla mia infanzia, a casa dei miei genitori avevamo tutti una collezione di fumetti di Asterix e Obelix e quello che mi affascinava di più era “Asterix e Cleopatra”… Per il film, era questo lo spirito che volevo ritrovare: una donna colorata! Volevo divertirmi con una Cleopatra in crisi. Questo mi ha permesso di giocare con gli eccessi…”
Con, in particolare, questa risata quasi isterica che risuona più volte sullo schermo: dove l’hai trovata?
“È emersa durante una delle prime letture della sceneggiatura con Guillaume. Era scritto “lei ride” ed è quello che mi è venuto in mente in quel momento. Aveva un aspetto “cartoon” che si adattava all’universo del film, quindi abbiamo deciso di tenerla…”
Anche Monica Bellucci ha interpretato Cleopatra. Possiamo anche pensare a Elizabeth Taylor andando più indietro nel tempo: hai pensato a lei quando hai indossato il costume?
“Non si può fare a meno di pensare alle attrici che hanno interpretato questa figura mitica e mi è venuta in mente anche Mimi Coutelier in “Due ore meno un quarto avanti Cristo” di Jean Yanne! Mi interessava molto la comicità del personaggio e non necessariamente il lato epico dei film, come quello con Vivian Leigh, ad esempio…”
Come ci si sente a guardarsi allo specchio con i capelli, il trucco e i vestiti di Cleopatra?
“È tutto molto imponente: l’aspetto di questo personaggio è fondamentale… I suoi costumi maestosi, i suoi folli copricapi, i suoi gioielli e il trucco per i quali la ricerca è stata affascinante, sia storica che contemporanea. E in effetti, la prima volta che ci si trova nella pelle e nel costume di Cleopatra, la maggior parte del lavoro è già fatta…”
Nel film torni a recitare al fianco di Vincent Cassel che interpreta il ruolo di Cesare…
“Mi piacciono molto sia l’uomo che l’attore. Abbiamo lavorato insieme in “È solo la fine del mondo”, il film di Xavier Dolan in cui mi ha colpito molto… Qui siamo ovviamente in un registro molto diverso! Ci siamo divertiti molto a recitare insieme in questo universo… È una persona energica, carismatica e con una grande dose di bontà…”
Hai già lavorato in grandi produzioni negli Stati Uniti: hai percepito il peso della portata di “Asterix e Obelix” o hai preferito non pensarci?
“Sono film davvero impressionanti, con scenografie gigantesche… Mi riporta al sogno del cinema che avevo da bambina. Ma invece di ignorarlo, ci siamo lasciati trasportare dall’aspetto grandioso del progetto. Ora, noi siamo attori, quindi che si tratti di un blockbuster o di un film intimo, l’obiettivo è sempre lo stesso: trovare l’autenticità…”
Questo è probabilmente il più grande film mai realizzato da Guillaume Canet. Da attrice che è stata spesso diretta da lui, cosa ti ha colpito in particolare di lui in questo film?
“L’ho visto rimanere molto libero, molto sicuro e anche ascoltare le proposte e soprattutto l’ho visto fare quello che gli piace: trovare l’umanità dei personaggi. È sempre questo che lui ricerca, indipendentemente dalle dimensioni delle sue produzioni. A Guillaume piace raccontare le storie delle persone, è un aspetto fondamentale del suo lavoro… Ecco perché i suoi film sono stati tanto amati dal pubblico in tutti questi anni… Naturalmente, la pressione era enorme su “Asterix”: rappresenta quattro anni di lavoro con un’interruzione dovuta al Covid e l’ansia di non sapere se saremmo stati in grado di riprendere o meno. Ma sul suo set, e nonostante tutte le difficoltà che si incontrano in un progetto così grande, ha tenuto duro e ha saputo circondarsi di persone molto creative, sia nella troupe che nel cast.”
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