Amsterdam: un affresco epico e affascinante della storia degli Stati Uniti
Amsterdam film recensione – Da 20th Century Studios, New Regency e dall’acclamato filmmaker David O. Russell arriva Amsterdam, un’epica storia che attraversa le epoche e un thriller comico sull’amore, la realtà e le ragioni per vivere, ambientato sullo sfondo di una meravigliosa storia vera mai raccontata, che segue tre grandi amici e tutte le persone che incontrano nel corso della loro avventura.
Amsterdam film recensione: il trailer ufficiale
Una storia affascinante e riccamente intricata che fonde magistralmente fatti storici e finzione per creare un’esperienza cinematografica estremamente attuale, il film è interpretato da Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Alessandro Nivola, Andrea Riseborough, Anya Taylor-Joy, Chris Rock, Matthias Schoenaerts, Michael Shannon, Mike Myers, Taylor Swift, Timothy Olyphant, Zoe Saldaña, Rami Malek e Robert De Niro.
Scritto e diretto dal cinque volte candidato all’Oscar David O. Russell, Amsterdam è prodotto dal candidato a due Oscar Arnon Milchan, Matthew Budman, p.g.a., il premio Oscar Anthony Katagas, David O. Russell, p.g.a., e Christian Bale, mentre Yariv Milchan, il candidato all’Academy Award Michael Schaefer, Sam Hanson, il vincitore del Grammy Award Drake e Adel “Future” Nur sono i produttori esecutivi.
La storia
Due uomini, il dottor Burt Berendsen (Christian Bale) e l’avvocato Harold Woodman, Esq. (John David Washington) lavorano nei loro studi nei quartieri alti di New York, in un periodo incantevole e senza tempo in cui sembra che stia per accadere qualcosa d’importante (nel 1933). Anche loro ne hanno passate tante, e hanno cicatrici che lo dimostrano, oltre al loro spirito alla “possiamo gestire qualsiasi situazione” che li rende gli aiutanti perfetti per chiunque si trovi nei guai, specialmente coloro che sono a corto di fortuna o denaro.
Questi due outsider, Burt Berendsen e Harold Woodman, sono migliori amici che si sostengono a vicenda in qualsiasi situazione, il tipo di amici che tutti vorremmo avere. L’ufficio di Burt è un luogo divertente e ricco di vita, gestito da una grandiosa squadra di buffi personaggi, come Shirley (Bonnie Hellman) e Morty (Max Perlich), e pieno di altri reduci di guerra come lui.
È qui che Burt arriva addirittura a inventare medicinali che non esisteranno per altri ottant’anni, e forse anche di più, di cui tutti hanno bisogno soltanto per arrivare a fine giornata. Canta canzoni e fa tutto il necessario per aiutare coloro che si presentano di fronte a lui. Riceve un messaggio da Harold, in cui il suo amico gli chiede di raggiungerlo a un certo indirizzo: senza esitazione, l’entusiastico dr. Berendsen si mette in marcia con la sua borsa da medico fatta su misura, pronto a fare qualsiasi cosa di cui Harold abbia bisogno.
Si presenta in un luogo raffinato e facoltoso ed è felice di vedere il suo vecchio amico Harold, che ha un aspetto elegante e impeccabile, con il suo caratteristico gilet arancione e un completo scuro. Harold dice a Burt di averlo chiamato per eseguire una procedura. Ha bisogno che Burt lo aiuti con una procedura medica, anche se Harold sa che non è la sua preferita.
Burt chiede: “Di che si tratta? Qual è la situazione? Qual è la procedura? Dimmelo e basta”. Harold sta cercando di arrivarci per gradi, ma poi nota un bellissimo mazzo di rose gialle tra le mani di Burt e scopre che il suo amico deve andare a cena fuori con la moglie da cui si è separato, Beatrice (Andrea Riseborough). Il suo amico Harold sta cercando di aiutare Burt a salvare o superare questo matrimonio e ritrovare l’amore.
In quel momento, arriva la bellissima Elizabeth Meekins (Taylor Swift). “Lei chi è?”, chiede Burt, che ancora non sa quale sia la procedura medica che deve eseguire. “Lei è Liz Meekins, Burt”. “Oh, santo cielo. Per caso è parente di…?” – “Sì”, ribatte lei, interrompendolo, “È mio padre”. Infatti, il grande Bill Meekins (Ed Begley, Jr.) era il generale grazie al quale Harold e Burt si conobbero in circostanze molto insolite, di cui verremo a sapere successivamente.
Bill Meekins era un brav’uomo e loro sono pronti ad aiutare sua figlia in qualsiasi modo. Burt dà per scontato che il generale sia malato. Lei è dubbiosa e non crede che lui eseguirà la procedura, inoltre appare piuttosto nervosa. “Non lo farà”, dice lei ad Harold. Harold risponde: “No, lo farà”. Burt dice: “Sì, andiamo da tuo padre. Che è successo, si è preso un virus? So che è appena stato in Europa per affari”. Infatti, da quando è tornato alla vita da civile, Bill Meekins gestisce il mercato obbligazionario.
Burt è particolarmente entusiasta d’incontrare Bill Meekins soprattutto perché avrà l’onore di tenere un discorso all’annuale gala dei veterani di tutti i reggimenti di New York, che hanno resistito e prosperato dopo la grande guerra che avrebbe dovuto porre fine a tutte le guerre – una storia che Harold e Burt condividono. I due incontrano Bill Meekins, ma non nel modo in cui Burt avrebbe voluto: l’uomo giace senza vita in una bara trasportata da un’impresaria delle pompe funebri che si sta soffiando il naso a causa delle allergie stagionali, cosa di cui si lamenta.
Nel frattempo, Burt sta cercando di superare lo shock derivato dall’aver appena visto Bill Meekins morto stecchito in una vecchia cassa di legno senza coperchio. Milton (Chris Rock), il fidato socio di Harold Woodman allo studio legale, si presenta di fronte a loro e afferma: “Non so cosa pensiate di fare, ma questo è un guaio che va ben oltre quello che potremmo mai fare”. “Liz Meekins ha chiesto un’autopsia”. È convinta che suo padre sia morto in circostanze misteriose e si è rivolta a questi estranei perché nessun membro della sua ricca famiglia o della sua facoltosa cerchia sociale vuole indagare sul decesso, a parte lei. Burt esita a eseguire l’autopsia, ma Harold insiste: “Bill Meekins è la ragione per cui ci siamo incontrati e siamo diventati amici. Dobbiamo farlo”.
E i due partono per una nuova avventura, forse la più grande che abbiano mai affrontato insieme, piena di svolte inaspettate che si susseguono una dopo l’altra. Quella notte, per strada, si troveranno di fronte a un’altra sorpresa: Burt si ferma a riflettere, chiedendosi: “Che razza d’inferno è questo?”. Visto il guaio in cui si trovano, la domanda sorge spontanea. “Non arrivi qui se non è tutto iniziato molto tempo fa”, e così veniamo catapultati in un film dentro il film, che ci racconta non soltanto il modo in cui Burt e Harold si sono conosciuti, ma anche il loro incontro con la formidabile Valerie Voze (Margot Robbie), e il momento più felice della loro vita, quando si trovavano liberi ad Amsterdam dopo la guerra.
L’indomita e misteriosa Valerie Voze è il terzo membro del loro triumvirato, tre amici che hanno giurato di proteggersi a vicenda per sempre. Assistiamo al tempo che hanno trascorso insieme, alla nascita del loro legame e al modo in cui Valerie trasformava frammenti di metallo insanguinati in bellissime opere d’arte, ma poi torniamo nel presente: Burt e Harold stanno per ritrovare Valerie e per scoprire più di quanto non abbiano mai saputo su di lei. Insieme, incontrano un mondo dopo l’altro, tra cui le spie internazionali e bird watcher Paul Canterbury (Mike Myers) e Henry Norcross (Michael Shannon), e il generale più grande e rispettato nella storia degli Stati Uniti, Gilbert Dillenbeck (Robert De Niro), il quale vuole far luce sulla stessa cospirazione segreta che i nostri eroi, Burt, Valerie e Harold, dovranno risolvere per salvarsi la vita.
Lealtà, amicizia, amore e “seguire il dio sbagliato fino a casa” in una qualsiasi di queste aree oltre che nell’arena di un’intera nazione. Trovare delle ragioni di vita, come quelle che i nostri protagonisti avevano trovato nel periodo in cui si trovavano tutti insieme ad Amsterdam, e tenersele strette a dispetto della crudeltà del mondo: questi sono i temi attorno a cui ruota la storia. Gli attori, un cast corale i cui membri non vedevano l’ora di lavorare insieme, cantano, ballano, attraversano il mondo del crimine e si imbattono in eventi storici inaspettati, scioccanti e sconosciuti nel corso di quest’epica storia.
Da vedere perché
Amsterdam fonde armoniosamente fatti storici e finzione. Il film è basato su una storia scioccante e affascinante, ma che racconta anche il tipo di amicizia che le persone amano trovare nella propria vita e che amiamo vedere al cinema. Semplicemente degli amici che si prendono cura l’uno dell’altro in qualsiasi situazione: questo principio avrebbe dovuto rappresentare le fondamenta della loro amicizia. Questi sono personaggi che sanno vivere e sanno amare la vita a dispetto dei loro problemi. E’ questo che li rende degli eroi.
Lo sceneggiatore/regista David O. Russell racconta: “È una storia affascinante e molte persone saranno sorprese di scoprire che queste cose accaddero davvero. È una storia poco conosciuta e questo è elettrizzante per il pubblico. Sta per succedere qualcosa di grosso. È misterioso. È affascinante, è pericoloso e, per tutti questi motivi, si tratta di una storia molto stimolante per me”.
Russell ha visto la storia come un’opportunità per rendere omaggio all’eroismo storico di numerose persone reali che hanno ispirato i suoi personaggi fittizi. Il Generale Gil Dillenbeck, interpretato da Robert De Niro, è ispirato a Smedley Butler, le cui azioni contribuirono a cambiare il corso della storia. Il personaggio di Margot Robbie, Valerie Voze, era ispirato a svariate artiste dell’epoca.
Per il 369° reggimento di New York, di cui Burt e Harold fanno parte, Russell si è ispirato agli Harlem Hell Fighters, un reggimento segregato composto da soldati neri e portoricani che furono inviati in Francia per difendere il loro paese e furono poi costretti a prestare servizio nell’esercito francese, dato che i loro compatrioti americani si rifiutavano di combattere al fianco di soldati che non fossero bianchi. Fu un momento molto significativo nella storia dell’umanità.
Amsterdam è un vero film per cinefili, con un cast stellare, una squadra creativa pluripremiata, valori produttivi sfarzosi e costumi accurati dal punto di vista stilistico. La squadra creativa assemblata da Russell comprende il direttore della fotografia vincitore di tre Oscar Emmanuel Lubezki, ASC, AMC, la scenografa Judy Becker, il montatore premiato con l’Emmy Award Jay Cassidy, ACE, il compositore Daniel Pemberton, il costumista vincitore di due Academy Award Albert Wolsky e la costumista J.R. Hawbaker.
Amsterdam è una storia affascinante, stratificata e intricata e al contempo anche una commedia nera piena di misteri e intrighi. È un affresco epico e affascinante che esamina un momento molto particolare nella storia degli Stati Uniti in modo divertente, coinvolgente e totalmente verosimile. Nelle mani del filmmaker David O. Russell, il film cattura con efficacia il look, il tono e lo spirito di New York e dell’Europa d’inizio Novecento.
“Amo le storie d’amore, e adoro le persone che amano vivere, ballare e stare insieme”, conclude Russell parlando del suo film. “Il romanticismo e l’amore sono delle ragioni di vita, e adoro quando un film mi fa sentire entusiasta riguardo alla vita, e mi fa venire voglia di visitare nuovamente quel mondo e ritrovare quelle persone”.
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