Avatar 2 La Via dell’Acqua: la recensione e lo speciale costumi di scena
Avatar 2 La Via dell’Acqua – Tredici anni fa, James Cameron trasportò il pubblico cinematografico in un mondo mai visto prima con il suo epico e sensazionale film Avatar. Ora, il visionario filmmaker ci invita ad intraprendere un nuovo viaggio cinematografico con Avatar: La Via dell’Acqua.
Avatar 2 La Via dell’Acqua: il trailer ufficiale
La trama
Sam Worthington e Zoe Saldaña tornano a interpretare gli iconici ruoli di Jake Sully e Neytiri, che ora sono degli amorevoli genitori che fanno tutto il possibile per tenere unita la propria famiglia. Quando degli eventi inattesi li costringono a fuggire dalla loro casa, i Sully intraprendono un viaggio attraverso le vaste distese della luna di Pandora, riuscendo finalmente a raggiungere il territorio abitato dal clan dei Metkayina, che vivono in armonia con gli oceani circostanti. In questo luogo, i Sully dovranno avventurarsi nel pericoloso mondo acquatico e fare i conti con le dinamiche complesse che si vengono a creare mentre tentano di farsi accettare dalla loro nuova comunità.
Oltre a Worthington e Saldaña, il cast del film comprende Sigourney Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis e Kate Winslet. Il film presenta per la prima volta agli spettatori un gruppo di giovani attori di talento che comprende Britain Dalton, Jamie Flatters, Trinity Jo-Li Bliss, Jack Champion e Bailey Bass. La sceneggiatura è stata scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver. Cameron e Jon Landau sono i produttori del film, mentre David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.
La squadra assemblata da Cameron dietro le quinte comprende gli scenografi Dylan Cole e Ben Procter, il direttore della fotografia premiato con l’Academy Award Russell Carpenter, ASC, e la costumista premiata con l’Academy Award Deborah L. Scott, mentre le musiche sono composte da Simon Franglen. I montatori sono Stephen Rivkin, ACE, David Brenner, ACE, John Refoua, ACE e James Cameron, ACE. Il Senior Visual Effects Supervisor è il vincitore dell’Academy Award Joe Letteri; mentre il vincitore dell’Academy Award Richard Baneham è il Visual Effect Supervisor/Regista della seconda unità virtuale per Lightstorm. Il film è una produzione Lightstorm Entertainment.
Avatar 2 La Via dell’Acqua: la storia
All’inizio di Avatar, l’eroico Jake Sully era un Marine paraplegico che piangeva la scomparsa di suo fratello gemello ed era disperatamente alla ricerca di una nuova strada. Ora, all’inizio de La Via dell’Acqua, Jake è felicemente sposato, è il patriarca della sua famiglia e il capo del clan degli Omatikaya e vive costantemente nel suo corpo Na’vi. “La famiglia è la nostra fortezza”, come ricorda spesso a sua moglie Neytiri, ai loro figli Neteyam (Jamie Flatters), Lo’ak (Britain Dalton) e Tuk (Trinity Jo-Li Bliss) e alla loro figlia adottiva adolescente Kiri (Sigourney Weaver). Con grande disappunto di Jake e Neytiri, i loro figli trascorrono parecchio tempo con Spider (Jack Champion), un bambino umano che era rimasto orfano durante la guerra e all’epoca era troppo piccolo per tornare sulla Terra.
Per più di un decennio, il clan degli Omatikaya ha trascorso una vita piuttosto idilliaca, finché una stella che splende nel cielo notturno non segnala il ritorno degli invasori umani. Quando le forze degli esseri umani e il loro equipaggiamento distruttivo atterrano su Pandora, i Sully e il resto del clan degli Omatikaya sono costretti a costruire una fortezza sicura in una grande caverna all’interno di una delle gigantesche formazioni rocciose fluttuanti che fanno parte dei Monti Alleluia.
“La Gente del Cielo” non è tornata su Pandora soltanto per gestire delle operazioni minerarie ed estrarre il prezioso minerale noto come “unobtainium”. Invece, la Resources Development Administration (RDA) è ritornata in piena forza con un nuovo obiettivo: colonizzare l’intera luna e renderla la nuova casa dell’umanità, dato che la Terra è sul punto di non essere più abitabile. Dopo aver distrutto una larga porzione della foresta, la RDA costruisce una gigantesca città cinta da mura sul ciglio dell’oceano, chiamata Testa di Ponte. Le forze della RDA su Pandora sono guidate dall’intransigente generale Frances Ardmore (Edie Falco).
Oltre ad avere a disposizione un’armata di veicoli militari terrestri, aerei e marini, la RDA ha un’arma segreta: una squadra d’elite di soldati che sono stati resuscitati sotto forma di ricombinanti (ricom). I ricom sono avatar autonomi in cui sono stati impiantati i ricordi degli esseri umani il cui DNA è stato utilizzato per crearli. Queste forze da combattimento sono guidate dal Ricom Col. Miles Quaritch (Stephen Lang).
In qualità di Olo’eyktan (leader) degli Omatikaya, Jake guida con successo i guerrieri del clan in attacchi contro la RDA. Tuttavia, quando Jake si rende conto di essere il bersaglio della squadra di ricom di Quaritch, lui e Neytiri sono costretti a prendere una decisione difficile: per proteggere il resto del clan, i Sully devono abbandonare la loro patria e cercare un rifugio sicuro nei distanti atolli di Pandora. Questa decisione lacera il cuore di ciascun membro della famiglia.
Dopo aver affrontato un lungo viaggio attraverso i vasti oceani di Pandora, i Sully raggiungono la casa del clan dei Metkayina, guidato da Ronal (Kate Winslet) e Tonowari (Cliff Curtis). Lì, Jake invoca l’Uturu, una tradizione Na’vi secondo cui bisogna garantire asilo a qualsiasi rifugiato in cerca di protezione. Accogliendo con riluttanza i loro ospiti, Ronal e Tonowari chiedono ai loro figli Tsireya (Bailey Bass) e Aonung (Filip Geljo) di aiutare i giovani Sully ad adattarsi alle usanze e alle tradizioni del clan acquatico.
La scomparsa dei Sully dalla foresta pluviale non impedisce a Quaritch di continuare a cercare “il ribelle Jake Sully”. Quando Quaritch riceve delle informazioni che suggeriscono che Jake potrebbe essersi stabilito in uno dei numerosi clan che vivono sulla barriera corallina, il colonnello inizia a devastare un villaggio Na’vi dopo l’altro alla ricerca della sua nemesi. La ricerca di Quaritch porterà a un’epica battaglia marina in cui le forze della RDA combatteranno contro Jake, Neytiri e i Metkayina, ma anche a un confronto molto personale tra Quaritch e i coniugi Sully.
Cameron sta dedicando parecchi anni della sua vita creativa ai film di Avatar: il regista afferma di essere determinato ad assicurarsi che i sequel siano godibili e ricchi di momenti spettacolari ma anche toccanti ed emozionanti. Al contempo, ha riempito i film con temi che considera importanti, tra cui spiccano la salvaguardia dell’ambiente e ovviamente l’importanza della famiglia. “Considerando ciò che avevo già raccontato in Avatar, la direzione in cui ho deciso di condurre questa storia, i nuovi ambienti e i nuovi personaggi che ho introdotto e le domande che sono riuscito a porre agli spettatori, credo che questi quattro film mi consentiranno di esprimere tutto ciò che ho sempre voluto esprimere dal punto di vista cinematografico”, afferma.
Speciale Costumi di Scena
La maggior parte delle scene in live action di Avatar era stata girata a Wellington, in Nuova Zelanda. La sensazione di immersione del film è accresciuta dai dettagliati costumi ideati dal premio Oscar Deborah L. Scott. Scott ha deciso che ogni costume avrebbe dovuto raccontare una storia. Qual è il ruolo di questo personaggio nel film? Qual è il suo ruolo nella società a cui appartiene? I costumi degli abitanti della barriera corallina, introdotti in questo film, dovevano rispecchiare la loro cultura in modo unico ed essere creati a partire dalle risorse naturali dell’ambiente che li circondava.
Anche se la maggior parte dei costumi dei Na’vi sarebbe stata realizzata completamente in digitale dalla Wētā FX, molti dei costumi e gran parte dei gioielli sono stati fabbricati realmente.
“Una delle ragioni per cui abbiamo fabbricato questi abiti per intero è il fatto che è impossibile comprendere i movimenti di un tessuto senza averlo a disposizione nella realtà”, spiega Scott. “Per capire se un determinato oggetto è pesante o leggero, fibroso o sfrangiato, e per comprendere come si comporta quando si muove nell’aria, viene sferzato dal vento o si trova sott’acqua, bisogna avere a disposizione quell’oggetto nella realtà e sottoporlo alle stesse condizioni per vedere cosa accade”.
Letteri afferma: “Rispetto al primo film, stavolta i costumi interagiscono molto di più con l’ambiente circostante e i personaggi. I costumi passano attraverso un processo di simulazione che replica il loro comportamento fisico nel mondo reale. Se un personaggio cammina e muove il braccio, il tessuto si piega, si increspa e si flette insieme a lui. Se un personaggio indossa un costume composto da tanti piccoli pezzi, come ad esempio perline, fili, piume o tessuti intrecciati, il costume deve passare attraverso una simulazione fisica estremamente dettagliata per fare sì che si comporti come un vero tessuto”.
Uno dei costumi più intriganti nati durante queste prime fasi di sviluppo era il mantello cerimoniale indossato da Tonowari, l’Olo’eyctan dei Metkayina, interpretato da Cliff Curtis. “È un costume che indica l’importanza e la levatura di questo personaggio”, afferma Scott. “L’idea iniziale è nata da alcune incisioni che ho trovato, che raffiguravano animali e piante”.
Scott si è ispirata anche alla natura, utilizzando i colori della conchiglia Pāua (o abalone) – “ovvero tutti i colori dell’arcobaleno, dal verde al viola al blu, e anche l’argento”, afferma – e quelli dell’alba. “Le piume all’interno del suo mantello vanno dal giallo pallido fino all’arancione”, afferma. “Sono colori estremamente vivaci: ha l’opportunità di mettersi in mostra come un uccello esotico”.
Da vedere perché
In tutti i suoi film, James Cameron crea un’esperienza immersiva in cui gli spettatori sentono di accompagnare i personaggi nelle loro avventure. Ma questo non è mai stato così vero come nel caso di Avatar: La Via dell’Acqua, un film che rappresenta una nuova vetta creativa per un filmmaker dotato di un talento straordinario che, ancora una volta, espande i confini della narrazione cinematografica. Utilizzando in maniera esperta nuove tecnologie per il 3D, Cameron trasporta gli spettatori all’interno della storia, permettendo loro di vivere in prima persona i dettagliati ambienti di Pandora e attraversare i suoi maestosi territori accanto a eroi audaci e coraggiosi come Jake e Neytiri.
L’esperienza è resa ancora più coinvolgente dalle immagini spettacolari e dalla storia trascinante che Cameron e i suoi collaboratori sono riusciti a creare utilizzando tecnologie pionieristiche, offrendo agli spettatori un’evasione mozzafiato – e al cardiopalma – senza precedenti. Questo film supera i limiti di ciò che era possibile in passato e ogni cosa è al servizio della narrazione e della storia. È una finestra in un altro mondo.
Ora non vi resta che entrare in una sala cinematografica e lasciarvi trasportare nel mondo fantasy di James Cameron.
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