Presentato al Festival del Cinema di Venezia 2024, Babygirl è il nuovo film diretto da Halina Reijn con protagonista Nicole Kidman, che con la sua interpretazione conquista la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.

Il nuovo film di Halina Reijn, Babygirl, esplora i confini del desiderio, del potere e della repressione sessuale attraverso una narrazione provocatoria e affascinante. Al centro della storia c’è Romy, interpretata da una straordinaria Nicole Kidman, una CEO di successo che mette in pericolo la sua carriera e la sua famiglia intraprendendo una relazione proibita con il suo giovane stagista, Samuel (Harris Dickinson). Con una trama che ricorda i thriller erotici degli anni ’90, ma rivisitata attraverso una lente femminile contemporanea, Babygirl è un’esplorazione sensuale e profonda della tensione tra il controllo e il desiderio di abbandono.

La trama: repressione e desiderio

Romy è una donna che sembra avere tutto: una carriera invidiabile come CEO di un’importante azienda a New York, un marito amorevole (interpretato da Antonio Banderas) e una vita apparentemente perfetta. Tuttavia, dietro questa facciata impeccabile, si nasconde una profonda insoddisfazione. Nonostante il suo matrimonio duri da oltre 25 anni, Romy non ha mai trovato pieno appagamento sessuale con il marito, un artista sensibile e devoto. La sua vita è scandita da una rigida programmazione e da un controllo costante, sia nel lavoro che nella vita privata.

L’equilibrio di Romy inizia a vacillare quando incontra Samuel, un giovane stagista che sembra riconoscere immediatamente la sua repressione e il desiderio nascosto di lasciarsi andare. La loro relazione, che inizia come un gioco di potere, si trasforma presto in un vortice di passione, dove i ruoli di dominio e sottomissione si ribaltano costantemente. Questo legame proibito mette Romy di fronte ai suoi lati più oscuri e alla sua incapacità di essere autentica, sia con se stessa che con il marito.

Il thriller erotico rivisto in prospettiva femminile

Babygirl si inserisce nel filone dei thriller erotici, un genere che ha affascinato il pubblico negli anni ’90 con film come 9 settimane e ½ di Adrian Lyne e Basic Instinct di Paul Verhoeven. Tuttavia, Halina Reijn prende questo genere tradizionalmente dominato da registi maschi e lo reinventa attraverso una prospettiva femminile. Reijn, che ha diretto e scritto il film, ha dichiarato di voler creare un’opera che esplorasse il desiderio e la sessualità dal punto di vista di una donna, mettendo in discussione le convenzioni sociali che spesso limitano l’espressione del desiderio femminile.

Il film si interroga su cosa significhi veramente per una donna avere il controllo della propria sessualità e su come il desiderio di perdere quel controllo possa entrare in conflitto con l’immagine che la società si aspetta da una donna di potere. Reijn sfida apertamente i tabù e porta il pubblico in un viaggio che esplora la complessità del desiderio, senza moralismi, ma con una profondità umana che rende il film straordinariamente coinvolgente.

Le dinamiche di potere

Una delle tematiche centrali di Babygirl è il gioco di potere che si instaura tra Romy e Samuel. La loro relazione non è solo una fuga dal monotono matrimonio di Romy, ma una vera e propria esplorazione dei limiti del controllo personale. Samuel, che sembra giovane e inesperto, si rivela essere una figura che sfida Romy in modi che nessun altro ha mai fatto, facendo emergere in lei un bisogno di sottomissione che è in conflitto con la sua immagine pubblica di donna forte e indipendente.

Il loro rapporto, pieno di tensioni e ribaltamenti di ruoli, è un continuo equilibrio tra potere e vulnerabilità, che rispecchia anche le dinamiche più ampie della società contemporanea. Reijn gioca abilmente con i temi della sessualità e del potere, dimostrando come le convenzioni sociali siano spesso solo facciate dietro le quali si nascondono desideri primordiali.

Nicole Kidman offre una performance magistrale in Babygirl, incarnando con intensità la complessità di Romy. La sua interpretazione ricorda i suoi ruoli in film come Eyes Wide Shut e Birth, dove ha esplorato i lati più oscuri e segreti della psiche umana. Harris Dickinson, nel ruolo di Samuel, è perfetto nel suo misto di vulnerabilità e audacia, creando una chimica esplosiva con Kidman.

La regia di Reijn è audace e provocatoria, capace di mantenere un equilibrio tra tensione erotica e introspezione emotiva. Il film non è solo una storia di desiderio, ma anche un’indagine sulla natura umana e sul bisogno di accettare tutte le sfaccettature di se stessi, anche quelle più scomode.

credit image by Press Office – photo by Niko Tavernise