Al Festival del Cinema di Venezia 2024, la cerimonia di apertura ha visto la presentazione dell’attesissimo sequel di “Beetlejuice – Spiritello porcello”, diretto da Tim Burton. Michael Keaton ritorna nei panni dell’iconico Beetlejuice, affiancato da un cast d’eccezione che include Winona Ryder e Catherine O’Hara.

L’edizione 2024 del Festival del Cinema di Venezia ha preso il via con un evento straordinario: la presentazione del tanto atteso film “Beetlejuice Beetlejuice“, diretto dal maestro del gotico Tim Burton. Il festival ha accolto con entusiasmo il ritorno di uno dei personaggi più amati e iconici del cinema, con il cast presente alla cerimonia di apertura.

Michael Keaton riprende il ruolo di Beetlejuice, il bizzarro e irriverente spirito che ha affascinato generazioni di spettatori. La trama di questo nuovo capitolo si annuncia intrigante e ricca di colpi di scena, con la famiglia Deetz che, anni dopo gli eventi del primo film, torna nella casa di Winter River, dove il legame con Beetlejuice si riaccende.

Protagonista di questa nuova avventura è Astrid, interpretata da Jenna Ortega, che involontariamente riapre un portale per l’Aldilà, scatenando una serie di eventi caotici e surreali. Il cast, oltre a Keaton, vede il ritorno di Winona Ryder e Catherine O’Hara, affiancati da nuove aggiunte di grande rilievo come Justin Theroux, Monica Bellucci, Arthur Conti, Jenna Ortega e Willem Dafoe.

L’attesa per questo sequel è stata altissima, e il film presentato a Venezia conferma che Tim Burton è pronto a regalare un’altra avventura cinematografica che unirà il passato glorioso a nuove, emozionanti sfide. Il film è da oggi nelle sale italiane.

Beetlejuice Beetlejuice Festival Cinema Venezia 2024: conversando con Tim Burton

Il ritorno a Beetlejuice…

“Dopo il primo film sono state molte le ipotesi di realizzare un sequel, passando attraverso svariate idee, ma nessuna che mi abbia convinto appieno. Così, col passare del tempo, 35 anni, ho capito che quel che più mi interessa e mi entusiasma è … la vita. In questo caso: cosa è accaduto alla famiglia Deetz? In 35 anni cosa è diventata quella curiosa adolescente Lydia? Quindi, per me era importante mostrare le esperienze interessanti di questa teenager. Cosa succede quando diventi adulto? Hai dei figli? Come sono le tue relazioni? Cosa sei diventato? Nel momento in cui si cresce, succede a tutti di subire dei cambiamenti. Ebbene questo è stato l’input per tornare a riconsiderare il film: cosa sarà successo alla famiglia Deetz. È stato emozionante rivisitare questi personaggi.”

Com’è stato realizzare un sequel con lo stesso spirito?

“Ho avuto modo di lavorare con molte tecnologie e in grandi film, e tutti mi hanno lasciato una particolare emozione. Mi è accaduto fin dalla prima volta con Pee-wee’s Big Adventure. Nei primi film, mi sono trovato di fronte ad una realtà del tutto nuova; col tempo ho iniziato a utilizzare diversi tipi di tecnologia, ma lavorare con gli effetti speciali dal vivo e i pupazzi, il trucco e i set… è un’altra cosa, perché rendono appieno lo spirito del film. Emerge energia e spontaneità. Così, pur disponendo di effetti speciali, man mano che andavamo avanti in alcuni casi continuavamo ad inventare e sperimentare. Nella vita, a volte, si rimane piacevolmente sorpresi con poco: e questa è stata una di quelle circostanze. Ma trattandosi di una sorpresa, non posso svelarla, quindi… sorpresa!”

Ci parla del ritorno in Beetlejuice di Michael Keaton?

“Nel corso degli anni ne abbiamo parlato, e credo che entrambi avessimo un atteggiamento simile al riguardo: se qualcosa ci sembra giusta, la facciamo. Quindi per tutto questo tempo non si è presentata l’occasione, ma poi… è successo. Ci siamo confrontati, lui si è sentito a suo agio, e ci siamo rimessi in gioco. Lavorare con Michael è una sorta di tira e molla. Ha una grande energia e una visione interessante. È un po’ come lavorare con un pugile professionista. “Ok, proviamo a fare questo e quello”. E’ estremamente intelligente, divertente e bravo. Quando si lavora con persone del genere si ottiene sempre qualcosa in cambio. E lo stesso vale per tutti coloro che hanno recitato nel film. Non sono semplicemente apparsi, ma hanno restituito qualcosa. C’è una reciprocità, ed è molto stimolante lavorare insieme. Michael è stato fantastico; un vero ritorno al passato. E’ stato come andare a uno strano matrimonio, a un funerale o ad una riunione… o qualcosa del genere. È stato molto strano, e per me bellissimo, vedere tutto questo riprendere vita.”

Parlando invece di Catherine O’Hara, Winona Ryder e Jenna Ortega…

“È fantastico ritrovarsi con persone che non vedi da un po’. Non mi sono reso conto che erano passati decenni. Mi sembrava il giorno prima! È stato stupendo, e onestamente, molto emozionante vederli di nuovo tutti insieme. Ed è ciò che ha reso speciale questo film. Catherine, avendo recitato già nel primo capitolo, ha compreso appieno il suo personaggio, ed ha mostrato tutto il suo talento e la sua bravura. È stato divertente osservare le sue improvvisazioni. Mi ha tanto aiutato con il suo personaggio. Anche con Winona, è accaduta la stessa cosa. Il suo personaggio è stato il motivo per cui mi sono rimesso in gioco. Era Lydia, che mi parlava. E dopo tutti questi anni, mi sono chiesto “Ok, se io fossi stato quel personaggio, cosa mi sarebbe successo? E cosa è successo a lei? Cosa ha fatto di giusto? Dove ha sbagliato? Cosa succede nella vita quando diventi più grande?”. E lavorare con Jenna in Mercoledì, vedendola passare in modo naturale dalla Disney ai film horror, ci ha fatto stringere un forte legame. Mi ha lasciato senza fiato la sua performance in Mercoledì. È estremamente talentuosa. E apporta un’altra prospettiva. Fa parte di quel mondo, ma ha un ruolo cruciale, perché dà seguito anche all’intera vicenda inclusa nella trama. Lavora con estrema serietà, si adatta perfettamente e aggiunge qualcosa in più, cosa estremamente importante.”

Ci parla di Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe?

“Essendo anche uno sceneggiatore, Justin Theroux ha apportato un valore aggiunto. Il genere del suo personaggio è sempre difficile da interpretare, eppure l’ha infuso di profondità e umorismo. E’ stato all’altezza di tutti, in termini di contributo al progetto. Willem Dafoe è un artista con cui ho sempre voluto lavorare. Sono da sempre un suo fan, e quindi questa occasione l’ho trovata straordinaria. E ancora una volta, ci ha dato molto. Questo film in realtà è frutto della collaborazione di tutti, partendo da idee approssimative. È stato un piacere trovarsi sul set e dire, “Ehi, prova questo. Prova quello”. E tutti si sono impegnati. Monica Bellucci ha apporta una grande forza. Quando abbiamo iniziato a lavorare sul personaggio, non riuscivo mai a capirlo a fondo. Ma poi, l’incontro con Monica, aver conosciuto lei e il suo approccio, mi hanno fatto nascere il desiderio di lavorare nell’horror italiano, come se volessi essere Mario Bava Junior. La realizzazione di questo tipo di film, è stato un sogno per me. Le riprese di quelle sequenze sono state tra i momenti più divertenti e piacevoli che abbia mai vissuto. Delores è una forza, una forza soprannaturale, e non avrei potuto chiedere a chiunque di ritrarla… Se non a lei. Non c’è neanche bisogno di parlarne, in realtà. È semplicemente… ecco: Incredibile.”

Parlando degli effetti speciali…?

“Abbiamo cercato di realizzare tutti gli effetti il più possibile dal vivo, riducendo al minimo il digitale. E così, siamo finiti in una cosa strana che sembrava più un’opera d’arte performativa. Quindi, ad esempio, l’introduzione del personaggio di Monica, Delores, è stata arricchita da alcuni elementi in digitale, ma la parte principale è stata fatta dal vivo. Per me era tassativo che dagli effetti alle scenografie e tutto il resto, non si ricorresse al digitale. Si torna indietro e si fa come abbiamo fatto in passato. Quindi è un processo che ha sicuramente richiesto più tempo, ma per me, ne è valsa la pena.”

L’Aldilà…

“Mi sono molto divertito a buttare giù delle bozze al riguardo, e ho avuto la fortuna di lavorare con persone che hanno saputo interpretarle. Ho disegnato un paio di personaggi a caso, ed alcuni appaiono nel film. Altri invece li conserverò per gli extra del DVD, i contenuti per adulti che non sono inseriti nel film. In un certo senso è come fare un’animazione, perché tutti vi hanno collaborato. Io ho fatto dei disegni, (il supervisore degli effetti speciali/animatronici) Neil Scanlan ne ha stabilito tutti gli effetti, e la sua squadra li ha messi in pratica: è stato come un concorso. È divertente lavorare così. È una specie di tutti contro tutti. Ho avuto delle idee, ho fatto degli schizzi e poi li ho lanciati a tutti: il reparto artistico, il reparto trucco, i servizi artigianali, chiunque. Si tratta di mettere insieme le idee. E come ho detto, ne ho fatti alcuni che forse hanno superato il limite e che non sarebbero stati accolti, ma tutto il resto… è stato come fare un casting. Cerchi di mescolare e abbinare. Avevo già lavorato con Neil, e si è comportato come gli attori. Si è adattato perfettamente allo spirito del progetto, perché abbiamo realizzato molti effetti dal vivo, e li abbiamo fatti velocemente, mentre di solito questo genere di cose può richiedere un’eternità. Quindi, abbiamo semplicemente seguito lo spirito del progetto: piuttosto che costruire un burattino gigante, abbiamo tagliato una bambola, ci abbiamo messo dentro delle aste e l’abbiamo fatta funzionare. Letteralmente, è stato come dire “Andiamo in un negozio di giocattoli, compriamone uno, smontiamolo e ricaviamone qualcos’altro”. Tutto questo ci è servito per inventare e creare i personaggi dell’Aldilà.”

Lo speciale costumi di scena: conversando con Colleen Atwood

Una collaborazione in evoluzione…

“La mia collaborazione con Tim nel corso degli anni si è molto evoluta, nel senso che utilizziamo un linguaggio tutto nostro non parlato. A volte gli sottoponevo cose e idee, per ottenere delle reazioni. E non sempre la risposta era, “Oh, è fantastico”. Ora possiamo riderci sopra, perché oramai riesco a prevedere le sue reazioni… So già cosa andrà a dire. Quindi, ci divertiamo. E per entrambi, è un ottimo modo di lavorare e divertirci a creare cose insieme.”

Nuovi costumi in evoluzione

“Aggie Rodgers, che era la costumista del film originale, ha ovviamente operato in un periodo di tempo diverso, con una richiesta e un metodo di produzione cinematografica diversi. In questo capitolo ci sono molti più costumi. Sono un po’ più sofisticati e realizzati in un laboratorio, in un modo molto più “cinematografico” rispetto al suo dell’epoca, che è stato comunque fantastico, un lavoro incredibile e iconico. Quindi, in un certo senso, sono costumi diversi. È un film diverso. Eppure hanno delle somiglianze: Beetlejuice ha un completo a righe e uno smoking, Lydia ha un vestito rosso, ma non sono uguali. Sono versioni diverse di quei costumi iconici.”

L’aspetto dei defunti…

“Il tempo non è mai sufficiente, il che è una specie di costante. Così ci è sembrato di non poter approfondire i costumi dell’Aldilà più di quanto si sarebbe dovuto, dovendo lavorare di fretta. Eppure questo ha i suoi vantaggi. Ti vengono in mente idee più velocemente, e a volte in modo migliore rispetto a quando si ha più tempo per soffermarsi… si salta tra tanti generi e modi di lavorare. Diciamo che bisognava realizzare un vestito per una persona morta – con una sega nel ventre, o una spada nel corpo, o qualche altro incidente – e bisognava quindi interfacciarsi con gli addetti agli effetti visivi, facendo in modo che le cose funzionassero per loro e per noi. Nel complesso, ci sono state varie sfide nella cura dell’aspetto dei personaggi di questo film.”

I costumi del cast

“Quando gli attori girano un film come questo, sanno di dover indossare un costume. Non indossavano necessariamente tutti i vestiti, ma potevano possederli a loro volta. Quindi abbiamo comunque ammodernato ogni capo. Ad esempio, Michael voleva vedere lo smoking originale, che abbiamo reperito dagli archivi della Warner Bros., e guardandolo ha detto “Oh sì, era proprio quello”. Così abbiamo apportato i dovuti aggiustamenti al modello. Per lui, lo smoking era il più adatto, non il completo a righe. Gli piaceva molto di più per il suo personaggio rispetto al completo a strisce, anche se era più riconoscibile al pubblico. Per Winona, abbiamo semplicemente ritratto Lydia con strati di vestiti e roba comoda, a rappresentare tutto il suo scompiglio e il suo particolare lavoro. Per Astrid, Jenna Ortega, essendo un’attivista, abbiamo optato per dei vestiti da lavoro. I suoi non sono costumi consapevoli: è probabilmente il personaggio più realistico. E poi c’è Catherine O’Hara nel ruolo di Delia, un’artista che sta invece cavalcando l’onda dello stile dell’artista consapevole. Justin Theroux nel ruolo di Rory, è un tipo super elegante e un po’ stravagante, attento a tutti gli stilisti e alle tendenze. Ma è anche molto in sintonia con Lydia: sono stati concepiti in un certo senso come un baccello, in una co-dipendenza.”

The Juice is back…

“Quando Michael ha indossato per la prima volta il completo, per lui, penso sia stato divertente: io mi trovavo a Los Angeles e abbiamo fatto una prova a casa sua. Una volta messo ha esclamato, “Oh, sì!” E gli abbiamo nascosto la pancia, perché lui è in ottima forma al contrario di Beetlejuice, e con una pancera è tornato ad essere il suo personaggio. E siamo andati avanti. È stato un adattamento rapido.”

Da vedere perché

Questo film parla di tre generazioni di donne che si riuniscono per lasciarsi il passato alle spalle. Sfortunatamente, il passato di Lydia torna subito a galla quando Beetlejuice entra in scena e inizia a creare il caos. Poi, le donne uniscono le forze per uscire dalla situazione in cui Beetlejuice le ha gettate. In sostanza, emerge il concetto di famiglia, di generazioni che inevitabilmente cambiano e fanno squadra. Ovviamente, Beetlejuice è lì per causare il caos più totale. Ma in realtà, il tema principale del film è l’importanza della famiglia.

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