Cry Macho recensione: il viaggio di un eroe, il nuovo film di Clint Eastwood
Cry Macho recensione – Il nuovo intenso film drammatico del regista/produttore e in questo caso anche protagonista Clint Eastwood, nel ruolo di Mike Milo, ex stella del rodeo e ora allevatore di cavalli in declino, che nel 1979 accettò l’incarico di un ex boss di riportare a casa il figlio dal Messico. Costretto a percorrere strade secondarie nel loro viaggio verso il Texas, l’improbabile coppia affronta un viaggio inaspettatamente arduo, durante il quale l’allevatore di cavalli, ormai stanco di tutto, trova dei legami imprevisti oltre che il suo senso di riscatto.
Cry Macho recensione: il trailer ufficiale
Del film fanno parte anche Eduardo Minett nel ruolo del ragazzo, Rafo, al suo debutto cinematografico, Natalia Traven in quello di Marta, Dwight Yoakam interpreta l’ex impiegato di Mike, Howard Polk. Il cast include inoltre Fernanda Urrejola nel ruolo di Leta e Horacio Garcia-Rojas in quello di Aurelio.
Il premio Oscar Eastwood, ha diretto il film da una sceneggiatura di Nick Schenk e N. Richard Nash, ispirata al romanzo di Nash. Eastwood, Albert S. Ruddy, Tim Moore e Jessica Meier sono i produttori del film, con David M. Bernstein come produttore esecutivo.
Il team dietro la macchina da presa del regista, include il direttore della fotografia nominato ai premi BAFTA, Ben Davis, lo scenografo Ron Reiss, il montatore premio Oscar Joel Cox, che ha editato moltissimi film del regista, il montatore David Cox, e la costumista, sua collaboratrice di lungo corso, Deborah Hopper. Le musiche sono di Mark Mancina.
La storia si svolge nel 1979 — un’epoca in cui Eastwood impersonava spesso il ruolo di cowboy e poliziotto, due generi cinematografici a cui ha contribuito a dare una definizione, pur cimentandosi alla regia di numerosi altri film.
“Di questo film se ne parlava già 40 fa”, ricorda Clint Eastwood. “Al Ruddy mi chiese se volevo farlo e io gli risposi, ‘Sono troppo giovane per questa parte, perché non mi lasci fare la regia con Robert Mitchum protagonista?’ Ma non se ne fece nulla e il film venne messo da parte, fino ad un paio di anni fa. Se ne è ricominciato a parlare ed ho pensato che fosse il momento giusto e che sarebbe stato divertente”.
Speciale costumi di scena
La costumista Deborah Hopper dice che la sfida maggiore era quella di rendere giustizia al look western di Clint. “Abbiamo usato i grigi, granata, crema, marrone—colori che richiamano la Terra. Ricreare è stato divertente ma anche difficile a volte, perché nel corso degli anni ha interpretato così tanti grandi cowboy e indossato tanti abiti iconici —specialmente i cappelli”.
“Il cappello è stato fatto su misura”, continua. “Abbiamo guardato tutti suoi cappelli da film come, ‘Honkytonk Man’ e ‘Bronco Billy’—e ne abbiamo studiato rigorosamente tutte le fogge differenti. I cappelli da Rodeo sono più arrotolati ai lati, e abbiamo scoperto che non funzionavano bene come quello a tesa piatta, che invece era ottimo per tutte le volte che lo vediamo dormire, o quando sbircia da sotto la tesa come nella sceneggiatura. Ne abbiamo realizzati un certo numero come esempi, per poi eliminare mano mano quelli che non andavano bene, dato che Clint è stato molto specifico sul cappello che avrebbe dovuto indossare il suo personaggio nel film. Dopo averne provati molti, abbiamo optato per il cappello che vedrete nel film. Penso che sia magnifico”.
Nel copione, Mike deve comprare una giacca mentre sono in viaggio. La Hopper ha optato per una giacca “Mexicali” con pezze di coperte. “Era un disegno Rio Grande in uso nel 20 secolo. Ne abbiamo realizzate tre e sono stati i lavori che ho preferito nel film”.
I fan più attenti di Eastwood noteranno un paio di elementi riproposti da Hopper. “Abbiamo usato una giacca da ‘Any Which Way You Can’, un giubbino jeans con risvolti in velluto a righe, e una camicia color ruggine usati in ‘Blood Work’”, rivela.
Per il personaggio di Natalia Traven, Deborah Hopper racconta: “Quando ho letto per la prima volta del personaggio di Marta, ho pensato che avrebbe dovuto essere molto tradizionale, poiché vive in un remoto villaggio. Il suo aspetto con le camicette ricamate e i toni naturali, sono un piccolo viaggio nel tempo, anche prima degli anni 70, ma ho deciso che grazie al fatto di essere una donna forte era anche all’avanguardia. Perciò, oltre alle gonne e alle camicette le ho dato una bellissima cinta di cuoio e stivali alti con piccole frange”.
Da vedere perchè
E’ il viaggio di un eroe, non di un giovanotto che si affaccia alla vita, ma quello di un uomo che di vita ne ha vissuta una difficile, una in cui le cose non sono sempre andate per il verso giusto. Ha subito più volte ferite fisiche per colpa del suo lavoro nel rodeo, ed è stato ferito anche emotivamente per aver perso la sua famiglia. In pratica un uomo finito, che sta raschiando il fondo del barile.
Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures. L’uscita nelle sale italiane è il 2 dicembre 2021.
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