Dior Homme autunno inverno 2024: Rudolf Nureyev e Colin Jones, quando la moda incontra la danza
La nuova collezione Dior Homme autunno inverno 2024 di Kim Jones è un viaggio esplorativo alla ricerca della fusione tra l’arte della danza e il mondo della moda, ispirata dalla relazione tra Margot Fonteyn, Rudolf Nureyev e Monsieur Dior.
La collezione racconta la storia di due mondi contrastanti, con riferimenti alla vita pubblica e privata di Nureyev, ma è anche un omaggio di Kim Jones alla vita e alla storia di suo zio Colin Jones, un eccezionale ballerino che si trasformò in un influente fotografo, pur essendo autodidatta, e che con le sue immagini ha catturato e raccontato i cambiamenti storici e culturali della seconda metà del XX secolo.
Dior Homme autunno inverno 2024: il video del fashion show
La collezione Dior Uomo autunno inverno 2024 2025 rappresenta una sinergia tra danza e moda, ispirata dalla relazione tra i celebri ballerini Margot Fonteyn, Rudolf Nureyev e Monsieur Dior. Kim Jones, Direttore Artistico di Dior Homme, ha intessuto questa collezione con il ricordo di suo zio, il fotografo Colin Jones. Quest’ultimo, ex ballerino e amico di Nureyev, ha immortalato la stella con la sua lente, contribuendo a raccontare la storia dietro le quinte di questi iconici artisti.
La collezione esplora i contrasti: tra prêt-à-porter e alta moda, tra la vita teatrale e reale di Nureyev, e tra lo stile del danzatore e l’archivio Dior. È un incontro tra il comfort del quotidiano con il lusso, la realtà del prêt-à-porter e la teatralità dell’alta moda, si incontrano grazie alla vita pubblica e privata rappresentata da Nureyev.
Attingendo ancora una volta all’archivio Dior per ispirarsi, qui il mondo sartoriale di Saint Laurent viene riletto in chiave maschile, con uno studio sulla silhouette che esalta i volumi, lo spacco, le pieghe e le scollature. Le icone estetiche di Monsieur Dior qui si fondono con quelle di Kim Jones, come nella nuova interpretazione maschile della Bar, che unisce la doppia abbottonatura estesa tipica di Jones con la curva fluida della vita della Bar di Dior.
La collezione ci riporta negli anni ’60 e ’70, con giacche a un bottone e pantaloni leggermente svasati realizzati in tonalità off in un ricco misto lana. Qui lo stile personale di Nureyev e quello del danzatore in allenamento emergono in tute di lana con zip e shorts, maglie aderenti a coste e capispalla.
In contrasto, il mondo dell’alta moda riflette la stravaganza della presenza scenica di Nureyev, la sua insolenza ed eleganza, che raccontano anche la sua passione privata per i tessuti antichi. Ciò è evidente nei kimono, che sfruttano tecniche manuali antiche e sono stati realizzati da maestri artigiani in Giappone. Il kimono Uchikake d’argento è stato creato con la tecnica di tessitura Hikihaku e si basa su un tessuto posseduto e indossato da Nureyev, completato in tre mesi da dieci persone. L’alta moda e i ricami all’archivio trovano la loro massima espressione nel vestito Debussy, una creazione spettacolare ideata da Monsieur Dior nel 1950 e indossata da Margot Fonteyn, qui reinventata in una versione maschile.
Gli accessori riflettono al contempo la semplicità, la disciplina e la stravaganza dei due mondi sia nle mondo delle scarpe che in quello delle borse, mentre gli eleganti cappelli in velluto, inizialmente disegnati da Stephen Jones nel 1999 per Dior Donna, trovano ora una forma maschile come turbante di jersey di seta.
La nuova collezione maschile di Kim Jones trae ispirazione anche dalla vita di Colin Jones, suo defunto zio, un danzatore classico trasformatosi in fotografo, che con le sue immagini ha documentato la storia socio-culturale della seconda metà del XX secolo. La sua vita è stata contrassegnata da un’insubordinazione creativa e un’inventiva senza pari, elementi che lo hanno reso un personaggio unico nel suo genere.
La sua infanzia, vissuta durante la guerra, lo portò a crescere nel East End di Londra, un contesto che segnò profondamente il suo carattere e la sua visione del mondo. La svolta avvenne nel 1953 quando, ancora studente, fu reclutato dalla prestigiosa Royal Ballet School. Qui, sfruttando la sua naturale atleticità, riuscì a compensare una formazione accademica meno brillante.
Quell’esperienza fu decisiva per Colin, non solo perché lì incontrò la sua prima moglie, Lynn Seymour, prima ballerina della compagnia, ma anche perché fu l’inizio del suo interesse per la fotografia. Iniziò a fotografare durante i tour con la compagnia, documentando e condividendo le sue esperienze di danzatore con la famiglia rimasta a casa. La sua prima fotografia, un autoritratto in costume di scena, fu scattata al Empire Theatre di Sydney durante il tour del Royal Ballet in Australia e Nuova Zelanda nel 1958.
Tuttavia, la vita nel mondo della danza iniziò presto a essere limitante per Colin, e attraverso i viaggi iniziò ad acquisire una consapevolezza più profonda delle lotte socio-politiche e di un mondo al di fuori della comunità chiusa in cui si trovava. Questa presa di coscienza, unita a un telegramma da parte dell’Observer che gli offriva un periodo di prova di sei mesi, lo spinse a lasciare la carriera di danzatore. Nel 1962, Colin aveva iniziato a lavorare come fotografo professionista, pur essendo completamente autodidatta.
La fotografia non fu subito facile per lui, ma compensò la mancanza di formazione formale con un forte istinto e un interesse nelle vite altrui. Il suo occhio per l’impegno sociale lo portò al fotogiornalismo. Nel 1965, Colin assistette all’ascesa di sua moglie Lynn Seymour, che assunse il ruolo di protagonista nella produzione del Royal Ballet di “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev, coreografato da Sir Kenneth MacMillan. Nonostante i ruoli fossero stati originariamente danzati da Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn alla prima, Seymour divenne la principale interprete nelle produzioni successive di MacMillan, danzando sia con Christopher Gable che con Nureyev.
Mantenendo forti legami con il mondo della danza, Colin fu incaricato nel 1966 da Time Life di documentare una giornata nella vita di Nureyev, considerato da molti il più grande ballerino della sua generazione. La loro storia condivisa li portò a sviluppare una grande amicizia.
credit image by Press Office – photo by Adrien Dirand, Brett LLoyd x Dior & Getty Images