Dior Maison ABCDior – La Maison Dior svela una linea mai vista prima: ABCDior che traspone l’iconico design della collezione di foulard Mitzah, disegnata da Maria Grazia Chiuri, su una serie di piatti, vassoi decorativi, candele e articoli di cancelleria. Rivisitando l’emblematico motivo Toile de Jouy, vera e propria icona sin dal 1947, quando impreziosiva la prima boutique di Monsieur Dior, nota come “Colifichets”, ogni creazione comunica un messaggio suggestivo nella forma di un abbecedario, in un poetico omaggio alla tradizione, alla passione, ai sogni e ai desideri. Un invito a farsi un dono, la collezione celebra l’arte del donare, tanto cara allo stilista fondatore.

Fanno parte della collezione, impreziosite dalle iconiche lettere “D.I.O.R.”, quattro candele che vi accompagneranno in un suggestivo viaggio sensoriale. Rifinite in porcellana di Limoges, sono adornate dalle illustrazioni colorate che caratterizzano i foulard Mitzah ABCDior di Maria Grazia Chiuri. Dance, la prima candela in bianco e nero, sprigiona note di fiori e agrumi, mentre Imagination, in vivaci tonalità di arancione, emana sentori di mimose e pini. La terza candela, Ocean, è adornata da foglie di colore blu e combina note di viola, bergamotto e ambra. L’ultima candela, Rêve, di colore rosso, diffonde un aroma dolce e fruttato di ribes nero, prugna e ananas.

La serie di piatti si caratterizza per la creazione di differenti messaggi, ognuno di essi omaggia poeticamente la tradizione, la passione, il desiderio e i sogni, come se seguisse le regole di un abbecedario. Un invito a celebrare l’arte del donare, sia a sé stessi che agli altri, uno dei valori più cari a Monsieur Dior.

Liberté (Libertà): “Ogni mano dev’essere libera di esprimersi personalmente, poiché è mio desiderio rispettare le gioie del caso”, scrisse Christian Dior parlando del valore essenziale della creatività. Océan (Oceano), la sua sconfinatezza che si perde alla vista e le sue onde che si infrangono contro le scogliere: era questo il pittoresco paesaggio davanti a cui Christian Dior, ancora bambino, era solito sognare a occhi aperti, dall’alto della villa di famiglia a Granville. Quatre Saisons (Quattro stagioni): “Così come la natura segue il ritmo scandito dalle stagioni, i nuovi abiti devono sbocciare in maniera naturale, come i fiori di un melo”, spiegava Christian Dior. Nuage (Nuvola): proprio come in un dipinto di Magritte, erano le nuvole a ispirare i colori di Christian Dior, a cui lo stilista attribuiva nomi come “nuage pâle” o “nuage rose”.

E ancora Printemps (Primavera) è la stagione della rinascita, “con i suoi piccoli insetti, la sua vitalità e i suoi colori”, come la dipinse lo stesso Monsieur Dior, ha ispirato tantissime delle incantevoli collezioni dello stilista. Eté (Estate): “L’estate va sognata nel cuore dell’inverno”, raccontava Christian Dior. Proprio come un sogno, queste parole poetiche ci ricordano che ogni creazione rappresenta un’eterna promessa di felicità. Automne (Autunno) con le sue calde tonalità e la sua sorprendente bellezza, l’autunno ha sempre conquistato l’immaginario di innumerevoli artisti, inclusi i pittori di cui Christian Dior era follemente appassionato. Hiver (Inverno): “In una calda giornata d’estate, è piacevole immaginare il freddo pungente di una gelida mattinata invernale”, disse Christian Dior. E fu proprio questa riflessione a ispirare le sue creazioni di haute couture “Bel Hiver”.

Imagination (Immaginazione): “Di notte mi sveglio e mi rimetto a disegnare. Poi torno a dormire e continuo a sognare i miei abiti.” Così Christian Dior descriveva le sue inebrianti fughe all’interno della propria immaginazione. Danse (Danza), collezione dopo collezione, Christian Dior creò centinaia di leggerissimi abiti eterei a cui diede nomi come Cha-Cha-Cha, Air de Danse o Avant-Scène. Constellation (Costellazione), con la sua aura mistica, la stella portafortuna di Monsieur Dior è divenuta un simbolo magico che impreziosisce ancora oggi le creazioni della Maison, come un portafortuna. Rêve (Sogno): “Il sarto è uno degli ultimi custodi di meraviglie rimasti. In un certo senso, è un fabbricante di sogni…”, scrisse Monsieur Dior.

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