Fuorisalone 2022 Buccellati: “Galateo. A Journey into Conviviality”, la mostra dedicata all’art de la table
Fuorisalone 2022 Buccellati – La storica maison italiana Buccellati debutta al Salone del Mobile di Milano con la mostra “Galateo. A Journey into Conviviality” dedicata alla riscoperta della centralità della tavola come luogo d’eccellenza dove praticare le relazioni sociali; una celebrazione della convivialità che rimette al centro valori quali empatia, gentilezza e grazia.
Curata da Federica Sala, con un allestimento firmato dallo studio Stefano Boeri Interiors, la mostra prende avvio dal ricco assortimento che Buccellati dedica da sempre all’art de la table e si sviluppa come un racconto in quattro atti, affidati ad altrettante figure di spicco del panorama del design internazionale: Dimorestudio, Ashley Hicks, Chahan Minassian, Patricia Urquiola. Ciascuno di loro è chiamato a reimmaginare “la tavola” attraverso le storiche collezioni in argento Buccellati (Caviar, Doge, Marina e Rouche, Tahiti) e le porcellane della collezione “Double Rouche – Florence Furnace”, nate dalla collaborazione tra Buccellati e Ginori 1735.
Sebbene rappresentanti di stili diversi e di provenienza eterogenea, i designer selezionati da Buccellati e dalla curatrice Federica Sala sono accomunati dall’essere interpreti di una “milanesità internazionale”, concetto in cui si riflette perfettamente l’identità della maison. Allo stesso modo, la scelta dello studio Stefano Boeri Interiors per progettare la cornice dell’installazione ha un valore simbolico, per via dello stretto legame dell’architetto con la città di Milano, che ha contribuito a proiettare nel futuro.
La mostra, che trae spunto dal famoso trattato Galateo di Giovanni Della Casa (1558) e ancor di più dal precedente Il libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione (1513-1514), è in definitiva un invito a rinnovare il piacere di ricevere, di stare insieme, del bello e del benfatto, nonché una riflessione sulle buone maniere intese come forma di cortesia e di rispetto verso gli altri; e mentre rivisita l’heritage della maison lo coniuga agli stili di vita della contemporaneità. Per l’occasione Buccellati ha aperto le porte del suo headquarter in via Brisa 5, un palazzo disegnato dall’iconico architetto milanese Piero Portaluppi nel 1919, anno in cui Mario Buccellati fondò l’azienda.
Fuorisalone 2022 Buccellati: La Città in Terrazza by Stefano Boeri Interiors
Il progetto di allestimento della mostra “Galateo — A Journey into Conviviality” disegnato dallo studio Stefano Boeri Interiors nasce dall’idea di porsi in dialogo con Milano e i suoi simboli mentre ne anticipa l’evoluzione. Il progetto vuole creare un ambiente immersivo che, attraverso l’uso misurato e sapiente di superfici riflettenti e forme spezzate, sia in grado di riflettere la città in tutte le angolazioni possibili. Il set apre a nuovi punti di vista sul contesto cittadino e si declina in uno spazio flessibile capace di ospitare molteplici attività durante la Milano Design Week.
Oltre a rimarcare il forte legame di Buccellati con la milanesità – del cui genius loci la maison di gioiellieri è squisita espressione – l’allestimento integra il mondo naturale nell’architettura, portando il verde sulla terrazza panoramica al quinto piano, dalla quale si accede all’esposizione. S’immaginano così un nuovo ecosistema e modi alternativi di occupazione e trasformazione degli spazi, rendendo la terrazza Buccellati un luogo d’incontri dal forte sapore esperienziale. Se Milano è nota per i suoi “giardini segreti”, si dimostra in questo frangente anche una città di tetti e di terrazzi, che possono divenire ambiti di socialità” e rivela attraverso i suoi eventi inedite modalità di espressione.
«L’allestimento progettato per Buccellati offre un’esperienza unica: una collezione d’idee, creatività, colori e immagini. Un luogo e un progetto che creano nuove prospettive e nuove relazioni tra la maison, la città e il design» ha commentato Giorgio Donà di Stefano Boeri Interiors.
A Magical Tent by Ashley Hicks
Ispirata ai grandi banchetti storici, l’installazione di Ashley Hicks celebra il rituale sociale del convivio rievocando le atmosfere mirabolanti dell’epoca barocca che seppe portare all’estremo la spettacolarizzazione del cibo, attraverso l’elaborata mise en table e il display degli argenti come simbolo di potere.
A enfatizzare la dimensione teatrale, il designer inglese costruisce la scena all’interno di una tenda rossa – per tradizione il colore dell’accoglienza e dell’ospitalità – alla quale si accede dalla terrazza inverdita a giardino: si attraversa una zona buia, rischiarata dalla flebile luce di uno chandelier, per giungere infine a una tavola fiabesca inondata di luce diurna; una parete a specchio incorniciata dal fastoso tendaggio moltiplica lo spazio e accentua il senso d’incanto confondendo realtà e sogno.
Hicks immagina una festa magnifica – tutta ombra e luce, allegoria e magia – e apparecchia un fantasioso mondo marino. Attingendo al repertorio di Buccellati imbandisce la tavola groupage di conchiglie vestite d’argento della collezione Marina, vassoi dai profili increspati come le onde del mare della collezione Rouche, e un grande centrotavola a forma di cestino da pesca (un pezzo disegnato da Mario Buccellati intorno al 1960), assieme ai piatti in porcellana Ginori 1735 e ai Totem in finto porfido (o altre finiture di tipo lapideo), ovvero le celebri sculture realizzate da Hicks e per l’occasione ornate da dettagli in argento dalla maison milanese.
«La tenda magica ispirata ai banchetti del XVII secolo e al loro sfoggio di piatti», dice il designer, «è una celebrazione del potere immaginifico dell’argento con la sua capacità di suscitare meraviglia e fascino».
Dinons Au Boudoir by Chahan Minassian
Per celebrare l’arte della tavola, Chahan Minassian allestisce un intimo boudoir immerso in una quiete sontuosa. Il designer francese immagina la sua installazione come un trionfo di oggetti pregiati, alla stregua di una scatola di gioielli, dove la giustapposizione di tessiture variegate, arredi esuberanti e accessori eleganti riflette il gusto eclettico del collezionista-padrone di casa, inevitabilmente attratto dal dettaglio ricercato.
In questo stratificato tableau s’incontrano elementi disegnati dallo stesso Minassian, tra cui le abat jour Pyramid, il lampadario in vetro di murano turchese o il monumentale paravento con pannelli in cristallo di rocca, e pezzi storici rari come la scultura Bush di Harry Bertoia della fine degli anni Sessanta, le sedie in stile neo-egizio di Horacio Cordero, o come – pièce de résistence dell’allestimento – un tavolo brutalista del designer argentino Hugo Cesar Tonti, con il basamento in bronzo che ricalca il portamento vigoroso delle carnose foglie di agave.
Il tablescape mette in risalto la delicatezza del servizio in argento che include secchielli per il ghiaccio, flûte, piatti e posate della collezione Caviar di Buccellati, tempestati di tante piccole sfere unite a formare fasce decorative. Completano la tavola porcellane e bicchieri in vetro
soffiato su disegno di Minassian. Il designer presta la massima attenzione ai particolari e alle qualità tattili degli oggetti in uso, perché l’esperienza sia un piacere per gli occhi prima ancora che per il palato.
«Per celebrare la collezione Caviar», racconta Chahan Minassian, «ho immaginato una cena intima ambientata nell’atmosfera rilassata ma opulenta dell’alcova, dove tutti i sensi vengono esaltati».
70s REMIX by Dimorestudio
Dimorestudio sceglie un servizio d’argento che si richiama all’antico gusto veneziano e lo trasporta nella sala da pranzo di un appartamento anni Settanta. Blocchi monocromatici in tonalità profonde – aubergine e morbide nuance di marrone – delineano gli spazi e i volumi dell’arredo modulare che conferisce all’ambiente un’allure rétro, mentre piani espositivi integrati permettono di alloggiare opere d’arte e pezzi storici di design.
I materiali impiegati instaurano un gioco di contrasti: freddi e levigati come gli specchi e i dettagli in acciaio spazzolato, oppure morbidi e caldi come i rivestimenti delle sedute, la moquette, le fluttuanti frange che ricadono dalle lampade a soffitto. Britt Moran e Emiliano Salci mutuano modi e stili da Maria Pergay, per l’uso di campiture estese e lo styling di argenti e ceramiche, da Nanda Vigo, per le conversazioni materiche, da Pierre Cardin per i raffinati cromatismi, rielaborando i riferimenti storici con un twist personale e contemporaneo.
Costruiscono un set di sapore cinematografico, accompagnato da un sottofondo di musica elettronica soft, dove il punto focale è il tavolo disegnato da Salci con piano riattato in legno laccato, sul quale sono organizzate – in modo deliberatamente non rigoroso – le caraffe, i bicchieri, i piatti e le jatte della collezione Doge di Buccellati, connotata dalla commistione tra argento e tagli di lapislazzuli e diaspro rosso.
«Il decoro lussuoso della collezione Doge si combina in maniera squisita con la linearità degli arredi anni Settanta, mentre l’apparecchiamento informale, intimo e amichevole permette di esplorare una convivialità che va oltre la tradizionale idea di condivisione», affermano Britt Moran e Emiliano Salci.
PICNIC by Patricia Urquiola
Patricia Urquiola reinterpreta il tema dell’etichetta a tavola con un approccio giocoso ma sofisticato. L’installazione della designer di origini spagnole prende spunto dall’immagine del cestino da picnic, oggetto che rievoca immediatamente un’antica tradizione popolare e richiama per antonomasia l’idea dello stare assieme. Ma Urquiola non declina il concetto in maniera letterale, lo traduce piuttosto in un’astrazione simbolica dove convivialità e natura s’incontrano in una leggiadra fantasticheria.
Il metaforico banchetto si concretizza allora in uno spazio completamente coperto di sughero dove sembra galleggiare, al centro, una griglia che ricorda il tipico pattern della tovaglia a quadretti, emblematica di ogni picnic. Su questo sfondo danzano le batterie Tahiti di Buccellati in argento e bambù (il nome della collezione è un omaggio al paesaggio incontaminato della Polinesia) e le preziose porcellane dipinte “Double Rouche – Florence Furnace”, realizzate da Buccellati in collaborazione con Ginori 1735.
La scena è avvolta da una lussureggiante vegetazione che ricrea un contesto bucolico ed è un invito a godere del dialogo con il mondo
naturale. La sensibilità ecologica si manifesta qui anche nella scelta dei materiali utilizzati, come il polietilene tereftalato (PET) con cui è intessuta a mano la “tovaglia” tartan, riciclabile al 100%.
«L’installazione riflette sul tema dello stare a tavola da una prospettiva inusuale», racconta Patricia Urquiola.«Ho voluto reinterpretare le preziose collezioni Buccellati rendendole meno severe e più casual. Per questo ho creato un banchetto fuori dall’ordinario che ci possa far tornare alla mente i momenti felici trascorsi con le persone che amiamo, circondati dalla natura».
credit image by Press Office – photo by Silvia Rivoltella