Gucci Uomo autunno inverno 2023 2024: la lente sovversiva dell’improvvisazione, tutti i look
Gucci Uomo autunno inverno 2023 2024 -L’improvvisazione è un atto collaborativo. Dall’incontro tra i liberi impulsi delle singole menti nascono espressioni collettive. La collezione Gucci Uomo autunno inverno 2023 2024 si avvale della formula dell’improvvisazione come metodo: uno strumento costruttivo del processo creativo.
Gucci Uomo autunno inverno 2023 2024: il video della sfilata
Pratica di cui si avvale il teatro come la musica, l’improvvisazione si basa sulla capacità ed esperienza di chi la mette in atto. Quando spinti a improvvisare, gli interpreti adoperano l’intuizione tipica del loro mestiere. Abbracciando la curiosità e il candore propri delle idee improvvisate, la collezione risulta un naturale riflesso delle individualità rappresentato dai poliedrici creativi e artigiani che vivono nella Maison Gucci, i quali attingono a conoscenze, competenze e immaginari differenti per dar vita a un quadro più ampio: l’estetica dell’improvvisazione.
Questa premessa trova espressione in una performance dal vivo della band Ceramic Dog di Marc Ribot. Grazie a una colonna sonora creata per l’occasione che si sviluppa con il progredire della sfilata, il trio propone noise rock che emula le energie che scaturiscono dalla collezione, utilizzando elementi di generi musicali quali il jazz e il punk di cui l’improvvisazione è nota caratteristica.
La band occupa il palcoscenico centrale attorno al quale si svolge la sfilata: una formazione circolare che simboleggia il motore collettivo della comunità creativa al centro di Gucci. Il set funge da cornice a una collezione ispirata agli archetipi del guardaroba maschile, ridefiniti e amplificati dal lusso artigianale e dalla lente sovversiva dell’improvvisazione. Animati dalle varie personalità che li indossano, i capi esprimono le diverse interpretazioni della seduzione, intrinseche nel concetto di mascolinità della Maison.
Il Crystal GG, una nuova interpretazione del tessuto monogramma in canvas spalmato creato negli anni ‘70, diviene l’emblema della collezione in quanto strumento di improvvisazione visiva. Presente nei colori vivaci e nelle tonalità pastello che caratterizzano la sfilata, il tessuto – che trae il nome dalla sua lucentezza – è utilizzato in tute da lavoro, borse e calzature dalla struttura oversize e rilassata, per una sensibilità tattile e vissuta che conferisce loro un’anima.
Centrale diventa così l’idea di come l’individuo scelga di indossare un capo o un accessorio con personalità e attitudine proprie. Il concetto è impreziosito da gioielli che evocano elementi dell’archivio Gucci – la chiusura a pistone, il morsetto, la croce — richiami a sensazioni personali e sentimentali.
Una silhouette sartoriale ampia ma fluida dà spazio all’improvvisazione nello styling dei capi, tendenza che viene ripresa nei completi con elementi removibili, i quali permettono a chi li indossa di trasformarli in giacche senza maniche e pantaloni corti. Le declinazioni libere e senza limiti delle mascolinità contemporanee si manifestano in capi che fondono influenze diverse nella costruzione o nello styling, derivate da guardaroba tradizionalmente contrastanti: l’abbigliamento sportivo ispirato agli archivi Gucci degli anni ‘80 evoca i codici della danza, mentre i capi da motociclista rendono omaggio a pezzi d’archivio dei primi anni 2000 o si abbinano con archetipici soprabiti dal taglio scultoreo.
Ispirati alla stessa epoca, pantaloni in denim scoloriti come se fossero stati lavati con carburante, sono abbelliti con il logo utilizzato da Gucci in occasione dell’apertura del negozio di New York nel 1953. I capi rendono omaggio all’estemporanea espressione di sé: foulard di ispirazione vintage decorano borse e pantaloni in denim, gli interni di tute sportive decostruitesi trasformano in dettagli decorativi e i tradizionali pantaloni da sera diventano gonne dal drappeggio scultoreo lunghe fino al pavimento, che svelano le gambe in movimento.
I risultati si spingono verso creazioni che non sono ciò che sembrano: un classico pantalone jogger è realizzato in pelle leggera e un caban, che sembra ricoperto di piume, è interamente ricamato con paillettes bianche multidimensionali — espressione dell’estrema sapienza artigianale della Maision.
Dimensioni accentuate, struttura rilassata e la chiusura a pistone disegnata da Tom Ford per Gucci, caratterizzano la reinterpretazione della borsa Jackie, presente in collezione in coccodrillo declinato in colori pastello. Nuovo approccio per la Dionysus, che si presenta priva della sua originale forma strutturata e dotata di tracolla in pelle mantenendo l’iconica fibbia a ferro di cavallo con doppia testa di tigre.
Custodie per abiti indossate come borse a tracolla sono realizzate in colorato canvas spalmato, mentre il Crystal GG è utilizzato per una borsa da viaggio dalla morbida forma rettangolare così come per un classico stivaletto anni ‘70 con punta arrotondata, una slipper con tacco, una Princetown oversize con l’iconico web e un mocassino con morsetto dall’effetto ‘vissuto’, che riflette l’enfasi della collezione sulla personalizzazione. Uno stivale da motociclista, morbido e trapuntato, fa il suo esordio in una vasta gamma di colori.