Gufram MAgriTTa: l’iconica poltrona scultura in rosso e in giallo
Gufram MAgriTTa – Fedele al suo spirito irriverente, Gufram conferma la sua vocazione alla valorizzazione e all’evoluzione delle icone internazionali del Radical Design con la riedizione di MAgriTTa, la poltrona scultura disegnata nel 1970 dall’architetto, pittore e designer italo-cileno Sebastiàn Matta (1911 – 2002). Oltre alla classica versione con rivestimento verde, Gufram tinge MAgriTTA anche di giallo e rosso inserendo nel catalogo MAgriTTA Rouge e MAgriTTA Jaune.
Sabastiàn Matta, protagonista dei movimenti artistici più incisivi del ‘900 come il Surrealismo e l’Espressionismo astratto, con MAgriTTA ha reso omaggio proprio al Surrealismo e a uno dei suoi esponenti più famosi, René Magritte. La mela verde e la bombetta nera, elementi figurativi ricorrenti nelle opere dell’artista, vengono assemblati dal visionario estro di Matta in un’originale seduta, realizzata in poliuretano espanso e rivestita in tessuto. Il nome MAgriTTA, scritto con un distintivo uso di maiuscole e minuscole, mette insieme i cognomi di Matta e di Magritte amplificando così l’omaggio dell’autore ad un grande artista.
Dal punto di vista tecnico il cappello funge da struttura, mentre la mela in poliuretano diventa seduta, confortevole e soffice. Il tessuto elastico in morbida lana bouclé aderisce perfettamente alla forma inusuale della mela, garantendo il massimo rendimento estetico. Al colore verde originale, Gufram aggiunge a catalogo il rosso e il giallo: giocando con i classici toni che le mele hanno in natura si amplifica il cortocircuito tra reale e surreale, tra naturale e artificiale, che è alla base della rivoluzione operata nel mondo dell’arredo dal Radical Design e nel mondo dell’arte dal Surrealismo.
“Non amo molto i tributi, ho sempre la sensazione che siano una scusa peri appropriarsi della fama e dell’intuizione creativa di qualcun altro”, afferma Charley Vezza, Global Creative Orchestrator del marchio. “Ma chiaramente non è il caso di Sebastiàn Matta: lui non aveva bisogno di appropriarsi di nulla, avendo già fama e intuizione creativa da vendere. Infatti, MAgriTTA non è la glorificazione del lavoro e della figura di Magritte, ma piuttosto la trasformazione in oggetto tridimensionale di un simbolo che nella sua arte non esisteva in quella forma. In questo senso direi che MAgriTTA non è un tributo vero e proprio: Matta, come in un gioco di prestigio, estrae la mela dal cappello, sublimando il lavoro di un grande artista e trasformandolo in icona di design”.