Cosa ci portiamo a casa da Joker: Folie À Deux? Il sequel di Todd Phillips, con protagonisti Joaquin Phoenix e Lady Gaga, lascia nello spettatore più dubbi che certezze. Tra momenti musical surreali, la follia di Arthur Fleck e un’inedita esplorazione del suo lato più vulnerabile, emerge un quesito fondamentale: quanto siamo fedeli alla nostra vera identità? E soprattutto, quanto è sottile il confine tra chi siamo e chi scegliamo di mostrare al mondo?

Joker Folie À Deux: il trailer

La storia riparte dal punto in cui l’avevamo lasciata: Arthur è rinchiuso nel manicomio di Arkham, in attesa di essere processato per i crimini commessi come Joker. Eppure, il film non si limita a raccontare la sua reclusione. Al contrario, ci immerge ancora più a fondo nel suo mondo interiore, spingendoci a vedere Arthur non solo come il villain folle che conosciamo, ma come un uomo in lotta con la propria identità. In questa continua tensione tra Arthur e il suo alter ego, Joker, si fa spazio una narrazione sorprendente: quella dell’amore e della musica.

L’amore arriva nella forma inaspettata del personaggio interpretato da Lady Gaga, Lee. La sua presenza non solo conferisce al film una nuova dinamica, ma diventa anche il motore emotivo che spinge Arthur a confrontarsi con il suo lato più umano. Lungi dall’essere una semplice storia d’amore la pellicola si arricchisce di una complessità emotiva che sfida lo spettatore a rivedere la natura stessa del Joker. Mentre Arthur si lascia trasportare da queste nuove emozioni, il film inserisce momenti musicali che giocano un ruolo cruciale.

L’elemento musicale è forse la scelta più audace di Phillips. In questi momenti, il confine tra realtà e fantasia si fa ancora più sottile, e lo spettatore è invitato a chiedersi se ciò che vede sia il frutto della mente instabile di Arthur o una nuova forma di espressione di quella psiche frammentata. Lady Gaga, con la sua voce inconfondibile, contribuisce a rendere questi momenti non solo indimenticabili, ma essenziali per comprendere l’evoluzione del personaggio. Il canto, in Folie À Deux, non è un accessorio, ma il modo in cui Arthur esprime ciò che le parole non possono dire.

E qui emerge il cuore del film: l’identità. Come ha dichiarato lo stesso Todd Phillips, Joker: Folie À Deux è una storia che ruota attorno al concetto di essere sé stessi. Chi è veramente Arthur Fleck? Chi è il Joker, secondo lo stesso Arthur? La pellicola indaga questi interrogativi, esplorando il rapporto tra la maschera che indossiamo per la società e ciò che si nasconde al di sotto. La riflessione sulla maschera diventa centrale: Arthur, per rivelare il suo vero io, ha dovuto indossare una maschera—quella del Joker. Questa contraddizione intriga e confonde, rendendo il film un’esperienza ambigua e avvolgente, che non offre risposte semplici ma piuttosto spinge a riflettere.

Nonostante il tono cupo e l’atmosfera psicologicamente soffocante, Folie À Deux appare paradossalmente più ottimista rispetto al suo predecessore. Se nel primo film Arthur soccombeva alla follia, qui si assiste a una sorta di accettazione, un cammino verso la scoperta di sé, per quanto doloroso possa essere. La trama suggerisce che, nonostante la sua discesa nel caos, Arthur stia cercando una via di fuga dalla sua ombra.

Il cast di supporto, con Brendan Gleeson e Catherine Keener, fornisce spessore alla narrazione, ma sono Joaquin Phoenix e Lady Gaga a dominare la scena. Phoenix, come ci si aspettava, offre una performance straordinaria, ma è Gaga a sorprendere con la sua capacità di tenere testa a un attore del calibro di Phoenix, portando nel film una forza emotiva tangibile. La loro alchimia, talvolta esplosiva, dà vita a scene che restano impresse.

Visivamente, il film è un capolavoro di decadenza. La fotografia di Lawrence Sher, cupa e quasi claustrofobica, riflette perfettamente lo stato mentale di Arthur. La colonna sonora di Hildur Guðnadóttir, arricchita dall’integrazione delle canzoni interpretate da Lady Gaga, crea un tappeto sonoro che amplifica la tensione emotiva del film. Ogni nota sembra riecheggiare nella mente di Arthur, portandoci più a fondo nella sua psiche tormentata.

Joker: Folie À Deux non è solo un sequel, ma una riflessione esistenziale che sfida i canoni del cinema di genere. Più che un cinecomic, è un viaggio nella mente di un uomo alla ricerca di sé stesso, e, per quanto distorta possa essere la sua verità, lo spettatore non può fare a meno di seguirlo.

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