Maison Margiela primavera estate 2024 – La nuova collezione della Maison parte dall’indagine dell’ereditarietà intesa come un atto di trasmutazione. Quando un’appartenenza viene trasmessa da una generazione all’altra, la sua genetica si modifica e si evolve. Per la collezione primavera estate 2024, Maison Margiela mette in scena una ricerca della verità individuale che si riflette nell’adattamento generazionale di un guardaroba ereditato.

Maison Margiela primavera estate 2024: il video del fashion show

Evocando la memoria di un’epoca attraverso gli occhi radicali di quella successiva, il direttore creativo John Galliano innesca una reazione chimica tra epoche e atteggiamenti fondata su una narrazione a flashback immaginata all’interno della cronaca continua della Maison dei personaggi Conte e Gallina.

Nel foyer di Maison Margiela, le immagini proiettate di una nave transatlantica che sovrasta i tetti di una città portuale inglese del XX secolo preannunciano la sfilata. Durante il suo passaggio verso l’America, si svolge un incontro adolescenziale tra i genitori di Count e Hen: l’uno, figlio di una linea aristocratica impoverita; l’altra, figlia di una famiglia industriale di facciata. Da qui nasce la collezione fondata sul clima gelido del viaggio, sui suoi personaggi e su un carico di bauli da viaggio pieni di vestiti che finiranno nelle mani adattive dei loro futuri discendenti.

Illustrando l’impulso generazionale alla personalizzazione che riflette la propria verità contemporanea, gli abiti sono realizzati utilizzando l’exfoliage. In questo caso, lo strato superiore del bustier viene strappato via per rivelare la sua struttura interna, abbassato sulla gonna e laminato con effetto a rilievo. Questo rispecchia la nuova tecnica del pressage, in cui abiti e camicie vengono laminati attraverso drappi e pieghe, lasciando rilievi non verniciati come se fossero appiattiti dalla pressione di una valigia. Lo spirito di adattamento infonde agli abiti frammenti lucidi di fiocchi, un motivo esercitato in modo analogo nelle silhouette da sera disadattate, personalizzate spontaneamente con nastro adesivo o cuciture in corso d’opera.

In uno studio sulla sartorialità ereditata, i blazer impregnati della memoria dei panni sportivi drappeggiati con freddezza intorno al collo imitano il linguaggio del corpo disinvolto osservato nelle immagini d’archivio dei mauvais garçons. Esercitati attraverso il taglio, riflettono i gesti inconsci con cui imprimiamo naturalmente i capi che indossiamo: l’alzata di spalle di una giacca, l’arricciarsi di una tasca, lo strusciare di un orlo. Il taglio Rorschach della Maison – che evoca i contorni pareidolici di personaggi familiari – si evolve in puntini di Rorschach in una gonna di organza trattata con pied de poule stampato e laminazione, un processo ripreso in un cappotto di velluto.

Capispalla e tailleur fondono i tropi del guardaroba maschile con la grammatica classica del guardaroba femminile, culminando in cappotti sostenuti da baschi scultorei. I pantaloni culottes con orlo a ballerina si riappropriano di abiti di metà secolo strappati, un linguaggio formale che si riverbera negli schienali scultorei di un cappotto da auto in denim e nei cappotti con colletti marinari adattati.

Le brogue e le scarpe da spettatore Tabi sono interpretate in diverse forme. Le borse da shopping e da bowling adattano i punti di Rorschach, mentre i cappelli imitano le forme di metà secolo attraverso una costruzione naïf.

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