Mission Impossible Fallout film 2018: Tom Cruise, Henry Cavill e le azioni adrenaliniche
Negli ultimi vent’anni Tom Cruise ha prodotto e interpretato i film di Mission: Impossible, il fenomeno culturale cinematografico che ha incassato oltre 2,8 miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando uno dei franchise di maggior successo della storia del cinema.
L’attore, noto per compiere di persona le incredibili acrobazie fisiche presenti in questi film, è ancora una volta il protagonista del sesto capitolo della serie, in cui vestirà nuovamente i panni del leader della squadra IMF (Impossible Missions Force), Ethan Hunt.
Secondo Cruise, Mission: Impossible – Fallout, rappresenta il culmine di tutti gli altri film della serie. “Assisteremo al ritorno di alcuni personaggi e le storie finora raccontate giungeranno a una conclusione”, spiega l’attore. “Questo film si ispira all’Odissea di Omero, perché a questa è paragonabile il viaggio di Ethan Hunt e della sua squadra; è di fatto una storia epica con molti risvolti emotivi”.
In Mission: Impossible – Fallout ritroviamo Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra IMF (Alec Baldwin, Simon Pegg, Ving Rhames) che al fianco di alcuni alleati che già conosciamo (Rebecca Ferguson, Michelle Monaghan) è impegnata in una corsa contro il tempo dopo una missione fallita. Henry Cavill, Angela Bassett e Vanessa Kirby si uniscono al dinamico cast, diretto ancora una volta dal regista Christopher McQuarrie.
Christopher McQuarrie ha voluto esplorare un lato più oscuro e più umano del protagonista. “Ethan è sempre stato abbastanza misterioso”, osserva il regista. “Stavolta volevo riuscire a entrare di più nella sua testa per fare luce sui suoi rapporti interpersonali. Il titolo non riguarda solo la pioggia radioattiva ma anche la fine di tutte le sue buone intenzioni. Ethan si trova in una situazione che trascende il suo controllo ma nonostante sappia di essere manipolato, non può tornare indietro”. La storia ruota intorno a una struggente decisione che Hunt deve prendere quando il passato torna a tormentarlo.
LA SQUADRA IMF
Al centro di ogni film di Mission: Impossible c’è l’affiatato gruppo di specialisti dello spionaggio estremo che compongono la squadra IMF capitanata da Ethan Hunt (Cruise). In questa squadra si alternano varie persone, ma la mentalità su cui si fonda, quella non cambia: c’è la superstar, il comico, lo strano, la bella: tutti questi elementi concorrono a creare l’incredibile intrattenimento di Mission: Impossible.
Il carisma e il dinamismo che ogni singolo attore del cast infonde in questi ruoli, è ciò che rende i film del franchise tanto speciali. Ving Rhames interpreta il personaggio di Luther Stickell sin dal primo film di Mission: Impossible, uscito nel 1996. “McQuarrie definisce il mio ruolo ‘l’anima del film’”, dichiara l’attore premiato con il Golden Globe. “All’inizio non sapevo bene cosa volesse dire, ma penso che si riferisca al fatto che in un certo senso rappresento la coscienza di Ethan. In questo film, per la prima volta, c’è un alterco fisico fra loro. A volte accade fra le persone che si vogliono bene. Ma aiuta a umanizzare il personaggio di Luther e a comprendere meglio la sua personalità. C’è anche una scena molto intensa con Ilsa in cui il pubblico percepisce il bene di Luther nei confronti di Ethan”.
Uno dei personaggi più amati degli ultimi tre film di Mission: Impossible è Benji Dunn, interpretato dall’attore, comico e filmmaker Simon Pegg. “Questi film cercano sempre di anticipare le aspettative del pubblico”, dice Pegg. “Sono ricchi di intrighi, tradimenti e doppi giochi, ma possiedono anche una buona dose di leggerezza. Il pubblico rischierebbe un aneurisma se nel corso di due ore, la tensione non fosse alleggerita. Fa bene potersi rilassare un attimo e concedersi una risata. E questi sono i momenti in cui subentra Benji”.
Benji all’inizio era un analista informatico presso i laboratori IMF; in seguito è stato scelto per assistere Ethan da postazione remota in Mission: Impossible III e ha sviluppato il gusto dell’avventura. “In Protocollo fantasma per la prima volta Benji era operativo sul campo; in Rogue Nation è diventato più esperto e si è abituato all’idea di essere un agente segreto, anche se ancora non riesce a prendere tutto troppo sul serio”, spiega Pegg. “E’ bello recitare lo stesso personaggio così a lungo, e averlo seguito nella sua evoluzione: all’inizio ero un sedentario informatico da laboratorio mentre ora sono un agente agile ed esperto, dotato di impressionanti abilità”.
Alec Baldwin fa la sua seconda apparizione nel franchise nel ruolo dell’ex direttore della CIA Alan Hunley, che recentemente è stato nominato segretario dell’IMF.
LE DONNE DI MISSION: IMPOSSIBLE – FALLOUT
Mission: Impossible – Fallout presenta quattro forti figure femminili interpretate da attrici formidabili: Michelle Monaghan, Rebecca Ferguson, Angela Bassett e Vanessa Kirby. “Siamo stati fortunati ad avere quattro donne con una personalità tanto spiccata, ognuna delle quali si identifica con un personaggio altrettanto forte e significativo”, dice McQuarrie.
Julia, che i fan della serie conoscono bene, è la moglie di Ethan, interpretata da Michelle Monaghan. Il personaggio è stato introdotto per la prima volta in Mission: Impossible III ma muore nel corso degli eventi; in Mission: Impossible –Protocollo fantasma fa una brevissima apparizione, in cui viene svelato che la sua morte era stata messa in scena per proteggerla da chi intende uccidere anche Ethan.
Monaghan è stata felicemente sorpresa nel sapere che il suo personaggio sarebbe tornato in Mission: Impossible – Fallout. “Non avevo idea che ci fosse il progetto di far tornare Julia, ma ne sono stata felice”, racconta. “E’ un bellissimo personaggio e la loro storia d’amore è molto apprezzata dai fan della serie. Ethan la lascia andare per proteggerla e allontanarla dai pericoli. Penso che questa sia la massima espressione d’amore. In questa storia li vediamo di nuovo insieme ma in modo molto diverso”.
Il personaggio di Rebecca Ferguson, l’ex agente MI6 Ilsa Faust, porta lo stesso nome del personaggio di Ingrid Bergman, Ilsa Lund, in Casablanca, un omaggio alla somiglianza che McQuarrie vede fra Rebecca Ferguson e le attrici del periodo d’oro di Hollywood.
Vanessa Kirby interpreta Alana, nota con lo pseudonimo di Vedova Bianca. “Alana è un personaggio enigmatico che fa il suo ingresso nella vita di Ethan incarnando l’antitesi di tutte le donne che ha incontrato finora”, dice l’attrice. “Rappresenta completamente un’altra vita, la vita che avrebbe avuto al fianco di una donna che comprende a fondo il suo ruolo. Alana è una tentazione per Ethan, non solo fisica ma anche emotiva e psicologica”.
La Vedova Bianca è un personaggio misterioso. Dice McQuarrie: “Si presenta come una benefattrice ma in realtà è una trafficante d’armi e una faccendiera che fa da tramite fra terroristi e uomini d’affari. Sembra che le piaccia avere a che fare con questi personaggi nefandi, ma in realtà di lei non c’è da fidarsi”.
Angela Bassett interpreta Erika Sloane, che ha preso il posto di Alan Hunley (Alec Baldwin), ora capo dell’IMF, come direttore della CIA, ma che a differenza del suo predecessore ha un’impostazione assai rispetto al suo ruolo. “Sloane è spietata e ha un approccio aggressivo e determinato”, dice McQuarrie. “Non tollera l’IMF e i loro giochi, ma allo stesso tempo c’è qualcosa di disarmante nei suoi modi. Per me è stato fantastico lavorare con Angela, la sua presenza è speciale nel film”.
IL MARTELLO
Mission: Impossible – Fallout presenta August Walker, un agente della CIA interpretato da Henry Cavill, che viene imposto a Ethan dalla nuova direttrice della CIA, Sloane. “Rappresenta un’incognita nella nostra storia”, dice McQuarrie. “Fra lui e Ethan c’è una certa frizione che esplode nel corso del film”.
Il super assassino della CIA, Walker, anche lui elabora un piano oscuro, dice Cavill. “E’ un ripulitore: fa fuori la gente che nessuno riesce a catturare. Ma è anche un anarchico: crede che l’ordine del vecchio mondo debba essere smantellato affinché le specie continuino a esistere per raggiungere Utopia. Fa il doppio gioco: lavora sotto copertura per la CIA e allo stesso tempo tenta di scatenare una guerra che cambierà il mondo”.
Per sostenere la parte, Cavill ha dovuto sopportare una serie di situazioni alquanto disagiate durante le riprese. Dice McQuarrie: “Cavill spesso si trovava in ambienti gelidi e inospitali con pochissimi vestiti addosso”, dice il regista. “Oppure su un elicottero aperto a 160 chilometri all’ora, su un ghiacciaio neozelandese a 2000 metri in pieno inverno, o sospeso a 600 metri di altezza in Norvegia. Ma era sempre positivo, sempre pronto a mettersi in gioco. È un gentleman e un attore fantastico. È stato bellissimo lavorare con lui anche perché ha un irresistibile senso dell’umorismo”.
IL MALEFICO
Sean Harris torna a vestire i panni di Solomon Lane, il ‘villain’ di Rogue Nation che ora intende vendicarsi di ciò che Ethan gli ha fatto nel film precedente. “Lane ritiene Ethan responsabile di aver distrutto tutto ciò che aveva costruito”, spiega il regista. “Considera Ethan, e non se stesso, il vero villain ed è determinato a fargliela pagare. Ciò che sembra una semplice missione per recuperare il plutonio mancante, si rivela una trappola che Lane ha teso a Ethan”.
Anche Harris ha dovuto sostenere una serie di esperienze piuttosto estreme durante la lavorazione del film. “Non esiste preparazione per allacciarsi la cintura di una BMW con indosso una camicia di forza e venire sballottolati per le strade di Parigi da Tom Cruise a 160 chilometri all’ora”, dice McQuarrie. “La scena è buffa perché deve restare nel personaggio anche durante la folle corsa. Lane è estremamente focalizzato, non ha mai paura, quindi vediamo Sean quasi privo di espressione. È stato difficile per lui ma è stato bravissimo”.
In un’altra scena del film, Lane viene trasportato sul retro di un camion che precipita nella Senna. “Un gigantesco muro d’acqua che sembra quasi un personaggio, gli sbarra la strada”, spiega McQuarrie. “Abbiamo sommerso il camion nell’acqua e lo abbiamo rovesciato, tenendo ferma la cinepresa, il ché spiega l’anomalia della direzione dell’acqua. Sean mi ha detto che sarebbe riuscito a trattenere il respiro per 45 secondi ma quando si è ritrovato sottosopra, ha dovuto soffiare attraverso il naso quindi improvvisamente non aveva più aria. Lo ha fatto una decina di volte prima di ottenere la ripresa giusta”.
LE LOCATION DEL FILM
Come il suo recente predecessore, Mission: Impossible – Fallout porta la squadra IMF intorno al mondo in una serie di luoghi spettacolari. La ricerca di queste location sono state guidate dallo scenografo Peter Wenham e dal supervising location manager Ben Piltz.
La fotografia principale di Mission: Impossible – Fallout è iniziata a Parigi nel marzo 2017. “Io e Tom adoriamo Parigi e volevamo fare qualcosa per dare visibilità alla città”, dice McQuarrie. “Avevamo visto un cortometraggio intitolato Rendezvous, in cui c’è un inseguimento di otto minuti attraverso le strade di Parigi, inquadrato dal punto di vista del paraurti di una macchina da corsa. Volevamo rendere omaggio a questo corto, che mostra tutti i magnifici monumenti della città, e siamo stati fortunati che il Comune ci abbia dato il permesso di farlo”.
Tuttavia, i filmmaker hanno voluto mostrare la Ville de Lumières in modo inedito, come spiega Wenham. Una delle novità è rappresentata dalle riprese aeree. “Abbiamo coinvolto i militari e siamo riusciti a usare un elicottero per mostrare la città dall’alto come non era mai stato fatto, dato che non rilasciano facilmente i permessi”.
PARIGI
La prima grande sequenza acrobatica ha luogo a Parigi dove Ethan Hunt è al centro di un folle inseguimento fra una moto, una BMW M5 del 1986 e un carro armato. Per girare questa scena sono state chiuse alcune delle strade più turistiche e popolari del centro di Parigi, fra cui l’Arc de Triomphe e l’ Avenue de l’Opéra che conducono all’Opera.
“Parigi è fantastica”, dice McQuarrie. “Ci hanno autorizzato a girare intorno all’Arc de Triomphe, di sabato mattina, dalle 6:00 alle 8:00. Avevamo solo un’ora e 15 minuti per fare tutto, quindi le troupe dovevano essere perfettamente sincronizzate con le loro macchine da presa”.
C’era solo un piccolo problema, racconta Cruise. “Il sistema di sicurezza della mia moto non funzionava correttamente e stavamo perdendo tempo. McQ a quel punto mi ha chiesto cosa volessi fare. Io ho acceso la moto e ho risposto: ‘Amico mio. Dobbiamo girare. Posiziona la macchina da presa e io girerò l’angolo il più velocemente possibile’ . Abbiamo colto al volo l’occasione”.
Even Eastwood, che vanta oltre sessanta crediti come stuntman e coordinatore di stunt, confessa di essere stato molto preoccupato durante la ripresa, in cui erano coinvolte 70 automobili guidate da controfigure che cercano di fermare Cruise, in sella a una moto che sfreccia a tutta velocità contro il traffico, senza neanche il casco.
In una parte dell’inseguimento, Ethan guida una berlina vintage BMW M5 lungo una rampa di scale di pietra. Eastwood aveva istruito Cruise su come lanciare l’automobile virando a 180 gradi e girando il volante di 10 gradi, spingendo sulla frizione e ingranando la prima per far volare la macchina.
Nel film, Ethan e Walker si lanciano con un paracadute da un aereo militare C-17 Globemaster a 8000 metri da terra, e atterrano su un edificio di vetro, dove si rendono conto che non c’è modo di scendere. Quindi Ethan striscia verso un cavo ad alta tensione, lo scollega e lo usa per tornare indietro a prendere Walker, calandosi da 40 metri di altezza per raggiungere il suolo. Questa manovra è stato il primo stunt di Cavill nelle riprese del film. “Ricordo di aver pensato che sarebbe stato divertente”, racconta. “Non ci rendevamo conto di quanto fosse alto quell’edificio fino a quando non ce lo siamo trovati davanti e non ci hanno sollevato in cima per girare la scena”.
NUOVA ZELANDA
La tappa successiva della produzione è stata Queenstown, situata nella bellissima South Island in Nuova Zelanda, dove il cast e la troupe sono arrivati nel giugno 2017 per girare le sequenze mozzafiato dall’elicottero.
“South Island presenta molte zone vaste e inesplorate che possono essere raggiunte solo in elicottero”, spiega il produttore Myers. “E’ dotata di un’eccellente attrezzatura aerea e di piloti esperti perché ci sono molti turisti che scelgono di spostarsi in elicottero”. Era l’inizio dell’inverno nell’Emisfero Meridionale e le giornate erano molto brevi, quindi il lavoro di equipaggiare gli elicotteri per trasportare l’attrezzatura dal campo base alle varie location, iniziava anche prima dell’alba.
La prima location neozelandese è stata la Rees Valley, vicino a Glenorchy, a circa 1 ora e mezza da Queenstown. Lo scenografo Wenham aveva costruito un grande campo medico mobile nonché una porzione di un villaggio del Kashmiri. Ethan e la squadra IMF seguono Lane fino al villaggio per cercare il plutonio. Quando arrivano al campo, Ethan resta scioccato nel vedere che Julia e il suo nuovo marito Erik, lavorano lì come medici, cercando di arginare un’epidemia di vaiolo.
Poco dopo dell’alba della prima giornata di riprese, la locale tribù Maori comandata dal Capo David Higgins, ha eseguito un rituale denominato “Powhiri” per dare il benvenuto agli ospiti di tutto rispetto. Rhames racconta che la tribù, il cast e l’equipaggio si sono riuniti di fronte a uno dei set del villaggio kashmiro mentre il capo invocava lo spirito dei suoi antenati. La cerimonia è stata uno degli aspetti memorabili delle riprese, racconta Monaghan: “E’ stato un onore. Ci hanno regalato delle bellissime pietre sacre che custodisco con grande rispetto”.
La prima sequenza degli stunt girata in Nuova Zelanda è stata chiamata quella del “lungo filo” in cui Cruise si cala lungo una corda che pendeva da un elicottero in volo, a circa 600 metri da terra, per poi lanciarsi in caduta libera sul carico trasportato dalla corda, rimbalzandoci contro.
“E’ stata un’operazione abbastanza spaventosa”, dice Myers. “In sostanza Tom ha fatto bungee jumping da un elicottero. Il rischio più grande era che restasse impigliato nella corda, quindi abbiamo dovuto creare un sistema per prevenire questo rischio e preservare la sicurezza di Tom all’interno della sua imbragatura. Abbiamo lavorato con piloti bravissimi che sapevano come reagire al cambiamento del vento. Poi Tom è salito sugli scivoli dell’elicottero, e abbiamo realizzato più riprese di quel che pensavamo fosse possibile”.
Cruise spiega che lo stunt è stato pianificato e organizzato per due anni. “E’ stata sicuramente una delle cose più estreme di questo film, perché non è possibile fare queste cose con uno schermo verde. È un’operazione molto tecnica: bisogna calcolare il carico, quanto l’elicottero è in grado di tenere, dove posizionare le macchine da presa, quali tipo di lenti usare. Vanno controllate tutte le attrezzature. Se anche solo una piccola parte si fosse staccata e avesse colpito le eliche, avrebbe causato un grave danno. Ma il pilota e gli stuntmen hanno controllare perfettamente la situazione”.
La sequenza ha richiesto anche una grande preparazione fisica da parte di Cruise. “Mi sono sottoposto a un intenso allenamento fisico”, dice. “Calarsi sulla corda era molto difficile. Non è facile respirare perché in alto l’ossigeno è rarefatto e sotto il rotore la pressione è bassa. Faceva freddissimo e la mia attrezzatura mi bloccava la circolazione del sangue, quindi avevo le gambe addormentate. Quando mi sono lanciato da 13 metri non sapevo cosa sarebbe successo. Precipitavo in caduta libera, allontanandomi dalla cinepresa, e in quel momento devi solo lasciarti andare completamente. Ricordo che la prima volta che l’ho fatto, non riuscivo a mollare la corda”.
ACROBAZIE AEREE
Un’altra sequenza spettacolare del film, riguarda l’inseguimento adrenalinico fra elicotteri attraverso i pericolosi canyon delle Southern Alps neozelandesi. Cruise ha seguito un intenso training in Texas per imparare a pilotare un elicottero, insieme a Tim McAdams, capo pilota degli Airbus Helicopters, la società che ha fornito il velivolo per il film. Ha continuato a lavorare con i piloti acrobatici in Inghilterra, per apprendere alcune manovre estreme necessarie alla sequenza. McAdams quindi ha accompagnato Cruise in Nuova Zelanda e ha lavorato con lui in ogni sequenza.
Cruise ha pilotato l’ultimo modello di Airbus H125 (noto anche con il nome di AS350), un aereo monomotore ad alte prestazioni, utilizzato dalle forze dell’ordine. Cruise era elettrizzato all’idea di poter entrare in questo elicottero, che è formato da una cabina di pilotaggio di vetro e un pannello di controllo completamente digitale “Lo chiamano Squirrel (Scoiattolo), è un elicottero grande, bellissimo, dotato della potenza e dell’aspetto inquietante che cercavamo”.
Nella sequenza dell’inseguimento, il personaggio di Cavill, Walker, pilota un elicottero Airbus BK17, che in effetti viene pilotato da Marc Wolff, il coordinatore di volo della ripresa. La sequenza dell’inseguimento culmina a Milford Sound in una scena particolarmente difficile in cui Walker inizia a urlare contro Ethan, che deve effettuare la manovra del wing-over. L’elicottero di Cruise quindi sorvola un lago e quindi si tuffa lungo una cascata facendo una spirale.
LONDRA
Dopo i pericolosissimi stunt che Cruise ha eseguito in Nuova Zelanda, nessuno poteva immaginare quel che sarebbe successo in Inghilterra, dove è tornato nell’agosto 2017 per girare un inseguimento relativamente semplice su tetti. La sequenza, ambientata in diverse location a Londra, fra cui la Cattedrale di St. Paul, la stazione di Blackfriars e la Tate Gallery, inizialmente prevedeva un’azione che univa insieme due atti. Ma come spesso accade nelle scene di Mission: Impossible, è aumentata di importanza e complessità. E’ proprio mentre giravamo un segmento dell’inseguimento, è successo qualcosa.
“Tom è stato bravissimo nella sua acrobazia ma purtroppo si è rotto la caviglia”, racconta McQuarrie. “C’erano quattro cineprese una delle quali era puntata direttamente a lui, così lui, nonostante l’incidente, si è rimesso in piedi per correre il più velocemente possibile fuori campo, prima di crollare in terra”. Fortunatamente, la maggior parte del film era stato girato prima dell’incidente quindi McQuarrie ha potuto procedere con il montaggio.
NORVEGIA
Alla fine dell’inseguimento aereo, gli elicotteri di Hunt e Walker si scontrano e si schiantano sulla vetta di una montagna. È l’ambientazione di una battaglia all’ultimo sangue fra i due personaggi centrali. McQuarrie voleva che la scena avesse luogo sull’orlo di un ripido precipizio. Ma nonostante la prevalenza delle montagne neozelandesi, la squadra delle location non riusciva a trovare quel che desiderava il regista.
Dopo aver cercato in varie parti del mondo, hanno scelto il Preikestolen in Norvegia, un piccolo altopiano che scende lungo 600 metri in un fiordo. Il luogo offriva una cornice spettacolare per la scena del combattimento, ma comportava anche diverse difficoltà. Tanto per cominciare le condizioni metereologiche erano estreme, con grandine, neve, pioggia e sole, che spesso si avvicendavano nell’arco della stessa giornata.
La seconda volta che la troupe si è recata per un sopralluogo sul posto, il vento era così sferzante che hanno tutti dovuto camminare accucciati per evitare di essere scaraventati nel precipizio. E poiché stava arrivando l’inverno, il tempo non sarebbe di certo migliorato. Queste condizioni estreme non hanno lasciato a Cruise l’opportunità di ricominciare gradualmente dopo essere tornato al lavoro dopo la riabilitazione.
“Tom e Henry si trovavano in un luogo gelido e pericoloso”, dice McQuarrie. “Tom aveva ancora il piede rotto quindi era in grande difficoltà”. La produzione è rimasta bloccata per giorni dal maltempo e a un certo punto sembrava che non sarebbe stata in grado di ultimare le riprese prima che giungesse l’inverno. Per fortuna però ce l’ha fatta, perché 15 minuti dopo la partenza della troupe con l’elicottero, l’intero altopiano è stato ricoperto dalla neve insieme al resto dell’attrezzatura che era stata lasciata lì per essere recuperata in primavera.
IL LANCIO PIU’ ESTREMO
La High Altitude Low Opening o HALO è una tecnica speciale di paracadutismo utilizzata dalle unità militari speciali per atterrare di nascosto in terreno nemico. Durante le riprese di Mission: Impossible – Fallout, Cruise è stato il primo attore di un grande film di Hollywood a lanciarsi all’esterno di un Boeing C-17 Globemaster III da un’altezza di 7 chilometri.
Inizialmente questa manovra doveva essere girata presso la base aerea militare di RAF Brize Norton, a 120 chilometri a nord da Londra. Alcuni esterni e interni del film sono stati girati lì ma il ritardo causato dall’incidente di Cruise ha spostato le riprese in inverno inoltrato in Inghilterra, rendendo impossibile il completamento del suo addestramento.
Al termine delle riprese, a febbraio 2018, l’unità di skydiving è partita per Abu Dhabi per iniziare l’addestramento con Cruise, a cui era stato richiesto di effettuare un minimo di 100 lanci prima di girare la
sequenza con la tecnica HALO. Inoltre Cruise e Walker dovevano imparare a usare l’ossigeno nei voli ad alta quota.
La società di produzione di Abu Dhabi twofour54, capeggiata da Sua Eccellenza Maryam Almheiri, ha stretto un accordo con le Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti per poter usare sia il C-17 Globemaster, sia il Viking Air DHC-6 Twin Otter biturbo elica, usato per le prove.
La manovra comportava anche un’altra difficoltà, di vitale importanza. A un’altezza di 8000 metri Cruise e Cavill hanno dovuto necessariamente indossare dei caschi, ma quelli standard coprono solo la faccia quindi il dipartimento degli attrezzi di scena ha dovuto realizzare un casco speciale in collaborazione con Hewitt.
Il programma di addestramento per i lanci con tecnica HALO è stato molto rigoroso. Cruise si lanciava a giorni alterni, quattro o cinque volte dal Twin Otter e poi dopo pranzo altre tre volte dal C-17. La maggior parte degli skydiver si addestrano a questo ritmo per due settimane senza sosta ma quando Cruise ha iniziato le riprese, e lo faceva già da oltre quattro settimane.
Nella scena, Hunt si lancia dal C-17 per soccorrere Walker che è appena saltato fuori dall’aereo ed è svenuto dopo essere stato colpito da un fulmine. Lo sforzo per soccorrerlo comporta una complicata serie di acrobazie con il paracadute che persino i più esperti skydiver hanno trovato difficile da padroneggiare. Poiché McQuarrie e Cruise volevano che la scena avesse luogo al tramonto, avevano un’unica possibilità di girarla nell’arco di un’intera giornata, e questa sfida si è andata a sommare alle altre missioni impossibili del film.
Mission: Impossible – Fallout non tradisce le aspettative… un concentrato di azione ed adrenalina! Il film uscirà nelle sale il 29 agosto!