Pierfrancesco Favino Pineider: “Come da copione”, omaggio alla scrittura
Pierfrancesco Favino Pineider – Eleganza innata e raffinatezza. Pierfrancesco Favino rende omaggio al sommo segno sulla carta – la scrittura – in “Come da copione”, il video emozionale che rende omaggio alla scrittura, al racconto, al viaggio e al cinema.
Pierfrancesco Favino Pineider: Come da copione, il video
Il copione è una pagina di bellezza carica di emozione, la ricerca di una nuova identità tramite i personaggi interpretati, per dare forma e ordine all’essenza delle parti. In una vita di continue sospensioni, l’obiettivo è quello di rimanere ancorati ai propri pensieri più riflessivi, quanto alla propria quotidianità.
Dal 1774 Pineider si impegna nell’offrire una selezione di strumenti di scrittura e di articoli di pelletteria adatti ad uno stile di vita dinamico, ma anche ai momenti di riflessione e raccoglimento. L’attesa, descritta nelle immagini che Pierfrancesco Favino dedica a Pineider, è quella tra gli attimi trascorsi scrivendo, in equilibrio tra le proprie origini, la trasformazione e l’evoluzione, come nelle intenzioni del Manifesto del brand toscano, composto ad hoc per Pineider dallo scrittore Enrico Dal Buono. La paura della pagina bianca è invece una lode alla perseveranza e alla concentrazione.
Il Manifesto by Enrico Dal Buono
“La scelta non è tra futuro e passato. La scelta è tra tempo e nulla. Se si sceglie il tempo, si racconta. Se si sceglie il nulla, si tace per sempre. Perché raccontare significa innanzitutto contare: mettere in fila gli eventi, dividere gli istanti in un prima e in un dopo, dare un senso al caos dell’esperienza su questa terra informe.
La Storia inizia con la prima parola scritta, e finirà con un foglio bianco. La Storia inizia cioè con l’ambizione che differenzia la nostra specie da tutte le altre: durare al di là di noi stessi. La scrittura è un al di là in formato alfanumerico.
La Storia, un coro sussurrato di penne che cantano il tempo su pagine e fogli, un antico balletto di lettere diretto dalla punteggiatura: parole che si bloccano per una domanda e poi ripartono con la rinnovata sicurezza di una maiuscola, parole che indugiano per una virgola, parole che dopo un accapo si buttano nell’abisso del loro domani.
Dal 1774 Pineider fornisce all’uomo gli strumenti per creare la Storia. Strumenti di scrittura e pelletteria servono per salvaguardare il passato, perché senza la rincorsa del ricordo non si può saltare verso la scommessa del futuro. Nell’era digitale, oggi che i testi possono essere riprodotti all’infinito e vagare illimitatamente nel cyberspazio.
Carta e penna preservano la fragile bellezza di tutto ciò che invece non è replicabile. L’inclinazione delle “l”, gli arzigogoli delle “g”, le sbavature d’inchiostro, la distanza tra le parole. Ecco le impronte digitali della personalità umana.
Noi non abbiamo un corpo: noi siamo dei corpi. Esposti a intemperie e ferite, corpi che si sciupano, corpi da custodire. Pineider si prende cura della nostra essenza, unica e mortale. Il digitale è il regno immutabile dell’anonimato, la scrittura manuale quello delle singolarità irripetibili.
Scrivere un semplice biglietto diventa così un gesto eversivo, una rivendicazione di unicità. Impugnando una penna ci esponiamo al rischio della perdita, ci votiamo alla certezza del mai più. E questa decisione, che si ribella al meccanismo della serialità, corrisponde all’autentico lusso.”