Pirelli HangarBicocca mostra CittàdiMilano: la personale di Giorgio Andreotta Calò
Pirelli HangarBicocca mostra CittàdiMilano – Pirelli HangarBicocca presenta CITTÀDIMILANO, la mostra personale di Giorgio Andreotta Calò: un arcipelago di opere del passato e di nuova produzione, raccolte per la prima volta insieme, che trasforma e riconfigura radicalmente lo spazio espositivo. Il percorso di mostra genera storie e visioni su diversi tempi e luoghi, da Venezia a Milano, dalle profondità del mare a quelle del sottosuolo.
L’artista si concentra sulla sua pratica scultorea, presentando in stretto dialogo lavori realizzati dal 2008 a oggi e qui concepiti come parte di un unico paesaggio, che trasforma la percezione dell’ambiente ed evidenzia i legami che intercorrono tra le opere stesse.
Un invito ai visitatori a creare il proprio percorso all’interno della mostra e i propri collegamenti. Per l’occasione Giorgio Andreotta Calò ha inoltre compiuto ricerche sulla storia della società Pirelli, concependo appositamente nuove opere, che portano alla luce narrazioni inedite del passato, legate alla città di Milano, ma che si relazionano a temi e luoghi già presenti nel lavoro dell’artista.
Pirelli HangarBicocca mostra CittàdiMilano: il percorso espositivo
Il visitatore viene accolto sulla soglia dello spazio espositivo dalla proiezione di immagini sottomarine del relitto sommerso del piroscafo Città di Milano, da cui l’intera esposizione prende il titolo. Utilizzata all’inizio del secolo scorso dall’allora Pirelli Cavi per depositare nelle profondità del Mar Mediterraneo cavi sottomarini, il 16 giugno 1919 la nave naufragò presso la secca di Capo Graziano a Filicudi.
L’artista ha estrapolato materiale video da riprese di repertorio effettuate nel 2015 sul relitto a 100 metri di profondità, montandole in un lavoro che funge da preludio e leit motiv di tutto il percorso, legato alle idee di navigazione, di immersione/emersione e di stratificazione fisica e simbolica, storica e geografica.
Ulteriore richiamo a questa storia è la presenza in mostra di una porzione daneggiata di cavo per la trasmissione sottomarina di dati, lunga più di 30 metri. Risalente agli anni ’90 e recuperato la scorsa estate nei pressi di Ischia durante lavori di manutenzione, il cavo pende sospeso dal carroponte assumendo un aspetto organico e naturale. Entrambi i lavori riflettono l’interesse dell’artista sui concetti di connessione e trasmissione di informazioni, in particolare tra luoghi distanti o separati.
All’interno dello Shed si possono osservare alcune delle opere scultoree più rilevanti in una disposizione studiata da Giorgio Andreotta Calò che scardina la simmetrica architettura dello spazio e che trasforma l’ambiente in modo da “mettere il pubblico di fronte alla possibilità di intravedere qualcosa che si situa ‘oltre’” – come spiega l’artista.
Interessato alla rappresentazione dello scorrere del tempo e dei processi di trasformazione della materia, Andreotta Calò occupa l’intera superficie dello Shed con Produttivo (2019), una nuova installazione parte di una serie di sculture iniziata nel 2014 e costituita da campioni di roccia e sedimenti prelevati dal sottosuolo della laguna di Venezia (2014) e dell’area mineraria del Sulcis Iglesiente, in Sardegna (2014 e 2019).
La disposizione a terra delle “carote” rispecchia quella della loro ubicazione e profondità originarie ed evidenzia in questo modo le diverse stratificazioni e particolarità cromatiche, ribaltando, però, la dimensione verticale delle estrazioni geologiche a quella orizzontale e lineare dello spazio dove vengono esposte.
In particolare, la nuova imponente serie di carotaggi comprende oltre mille metri lineari di campioni di carbone e vari minerali provenienti dall’archivio della Carbosulcis, ultima miniera di carbone attiva in Italia e in fase di chiusura. A questi lavori si lega sia geograficamente sia tematicamente il film in 16mm, In girum imus nocte (2014).
Realizzata nel Sulcis Iglesiente, dove l’artista ha trascorso lunghi periodi di ricerca e lavoro tra il 2013 e il 2015, l’opera mostra in forma onirica il viaggio notturno compiuto dall’artista all’interno della miniera Carbosulcis e, a piedi, con i lavoratori, verso l’isola di Sant’Antioco.
In CITTÀDIMILANO il corpus di lavori denonimato Clessidre (1999–in corso) è una rappresentazione formale della scansione del tempo. Queste sculture in bronzo sono realizzate attraverso una tecnica caratteristica della sua pratica, la fusione a cera persa, a partire da bricole – pali utilizzati a Venezia per gli ormeggi e spesso corrosi dall’acqua nella loro sezione centrale.
In questo modo l’azione dell’acqua e il gesto artistico concorrono a determinare la forma della scultura, non a caso quella di una clessidra, che poi viene fissata nel tempo attraverso l’uso di un materiale incorruttibile. Alle Clessidre si connette tecnicamente un’altra serie iniziata nel 2013, quella delle Meduse: l’artista interviene direttamente sugli stessi tipi di pali in legno, che vengono trasformati in sculture dalle sembianze di medusa, organismo marino composto principalmente di acqua, da cui poi sono tratte ulteriori opere in bronzo.
Questo processo di trasfigurazione della materia e di elementi naturali emerge anche in altri lavori esposti in Pirelli HangarBicocca, come nelle due serie Pinna Nobilis (2014–in corso) e DOGOD (2014–in corso): nella prima il titolo e la forma derivano dalla conchiglia del mollusco omonimo, organismo endemico delle coste del Mar Mediterraneo e in particolare dei luoghi attraversati dalla mostra, come Sardegna, Venezia e Filicudi; mentre la seconda prende origine da elementi ossei provenienti dall’Isola di Sant’Antioco in Sardegna riassemblati da Andreotta Calò generando una nuova forma, il muso di un cane.
L’opera che per Giorgio Andreotta Calò rappresenta il punto di partenza tematico e narrativo della mostra CITTÀDIMILANO è Volver, scultura generata da un’azione realizzata a Milano nel 2008, in occasione della sua prima esposizione personale presso la Galleria Zero: l’artista all’interno della sua barca utilizzata nella laguna veneziana, vola sospeso tramite una gru sopra i tetti del quartiere Lambrate, compiendo un giro circolare per poi terminare l’azione sulla terrazza della galleria, dove l’imbarcazione viene sezionata in due parti e qui esposta adagiata sopra un sottile specchio d’acqua.
A dieci anni di distanza, segnando simbolicamente il suo ritorno a Milano, l’artista ripropone Volver in una nuova configurazione: la barca viene, infatti, ricomposta in una forma scultorea che richiama quelle delle conchiglie della serie Pinna Nobilis, mentre l’azione originaria è documentata da una proiezione di un carosello di diapositive.
Il richiamo a Milano ritorna nuovamente nel lavoro che chiude la mostra: la stampa stenopeica di oltre 10 metri – carta fotografica di grandi dimensioni impressionata dalla luce naturale – della città vista dall’alto e in particolare dell’area orientale, dove si trova anche Lambrate, luogo dove Andreotta Calò aveva effettuato il suo volo.
L’artista colloca l’opera specularmente rispetto alla proiezione iniziale del relitto del piroscafo Città di Milano, creando una sorta di quinta teatrale che incornicia lo spazio espositivo. La stampa è il risultato di un intervento di Calò presso il grattacielo Pirelli, un tempo storica sede della società e oggi di proprietà della Regione Lombardia, con cui ha trasformato un piano dell’edificio in una camera oscura per realizzare l’impressione ribaltata di Milano, colta come se fosse un orizzonte onirico.
Giorgio Andreotta Calò
CITTÀDIMILANO
Dal 14 febbraio al 21 luglio 2019
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Giorgio Andreotta Calò
CITTÀDIMILANO – Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019
Courtesy dell’artista e Pirelli HangarBicocca.
Foto: Agostino Osio