La collezione autunno inverno 2025 2026 di Qasimi, firmata da Hoor Al Qasimi, celebra il dialogo tra moda e arte, ispirandosi alle opere di Emily Karaka. Con silhouette fluide, capi modulari e una palette cromatica che richiama la terra, il brand esplora il connubio tra estetica e messaggi culturali.

La collezione autunno inverno 2025 2026 di Qasimi, guidata dalla visione di Hoor Al Qasimi, si pone come un progetto che unisce creatività e narrazione culturale. La stilista, fedele all’identità del marchio, presenta una proposta che va oltre la moda, costruendo un ponte tra estetica contemporanea e riflessione storica. Questa stagione, il brand collabora con Emily Karaka, artista di origini māori, le cui opere esplorano la resilienza del suo popolo, affrontando tematiche come l’oppressione politica e le dispute territoriali.

Le opere di Karaka, caratterizzate da colori intensi e da pennellate che incorporano proverbi e storie tramandate, diventano il cuore pulsante della collezione. La loro forza espressiva trova spazio su capi che reinterpretano i valori del brand, rendendo omaggio alla cultura māori e al suo profondo legame con il territorio e la lingua.

Silhouette e versatilità

La collezione propone un mix di capi che abbracciano diverse influenze culturali e stilistiche. Camicie fluide e pantaloni dalle linee morbide evocano le forme tradizionali del Medio Oriente e del Nord Africa, accostandosi a giacche a vento dal taglio boxy e felpe casual con cappuccio. I capispalla, pur mantenendo una costruzione sartoriale rigorosa, sono ingentiliti da spalle arrotondate e volumi rilassati, rendendoli adatti a un’estetica genderless e contemporanea.

L’elemento distintivo della collezione è rappresentato dai capi modulari e trasformabili, che permettono a chi li indossa di personalizzare il proprio look. Grazie a dettagli funzionali come cerniere, borchie e cuciture regolabili, le silhouette possono essere modificate in pochi istanti: una camicia può trasformarsi in un capo drappeggiato, mentre una gonna a trapezio si arricchisce di tagli a spirale che enfatizzano il movimento.

Palette e texture

I colori della collezione traggono ispirazione dalla terra, creando un’armonia visiva che si alterna a tonalità più vivaci. Marroni profondi, curcuma dorato e sabbia si incontrano con accenti di indaco che illuminano la palette. Le texture, elemento chiave del brand, sono particolarmente ricercate: jacquard pregiati e cuciture sfilacciate creano effetti visivi che richiamano il mohair, mentre dettagli trompe l’oeil aggiungono profondità ai tessuti.

La collaborazione con Emily Karaka non si limita a un’ispirazione superficiale, ma permea ogni aspetto della collezione. Le opere dell’artista māori, come la celebre “He Kakano Ahau” (2014-2015), sono rielaborate nei tessuti attraverso pennellate reinterpretate in technicolor e incisioni ricamate su busti e maniche. Ogni capo diventa così una tela che porta con sé i messaggi di resistenza e identità culturale dell’artista.

Hoor Al Qasimi riesce a intrecciare abilmente le parole e le immagini di Karaka con il linguaggio della moda, creando un dialogo tra tradizione e modernità. Questa collezione si configura come un omaggio all’incontro tra due mondi creativi, dove ogni outfit racconta una storia ricca di significati.

“La pittrice māori Emily Karaka che, attraverso le sue opere ricche di colore e messaggi simbolici, si batte per veder riconosciuti i diritti del suo popolo sanciti dai trattati, è la principale fonte di ispirazione della nuova stagione. Le stampe, i ricami e i modelli trasformabili presenti nella collezione AI 25-26 traducono questi temi in silhouette che si fanno portatrici di un messaggio di solidarietà più ampio, non solo della lotta in corso per il riconoscimento dei diritti dei māori ma di quelli di tutte le popolazioni indigene, tema particolarmente caro all’artista e causa che tutti noi dovremmo sposare in questo particolare momento storico” ha raccontato Hoor Al Qasimi.

“He Kakano Ahau – Lament è una delle mie opere preferite. Contiene i passaggi più forti della Waiata una canzone tradizionale māori e penso sia uno dei mie lavori più riusciti – And I can never be lost, I am a seed born of greatness / language is my strength, an ornament of grace / Descended from a line of chiefs, He Kakano A. L’opera ricorda il Taneko una speciale tecnica di tessitura che amavo eseguire durante la mia adolescenza. Su uno sfondo rosso sangue, spiccano scritte in bianco e nero. I fili blu intrecciati rappresentano le onde del mare e dei fiumi su cui i Maori viaggiarono da Raiatea nella Polinesia Francese ad Aotearoa in Nuova Zelanda” ha concluso Emily Karaka.

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credit image by Press Office – photo by Qasimi