Salone del Mobile 2019 Artemide: GenerAction, la campagna che da voce ai centennials
Salone del Mobile 2019 Artemide – Carlotta de Bevilacqua, Ceo e Vice Presidente Artemide, ha presentato insieme a Jakob Lange (BIG Architects), Pallavi Dean, Atelier Oì, Neri & Hu, Umberto Campana, Lodovica Serafini, Davide Oppizzi, Sonia Calzoni e Alida Catella, la nuova collezione Artemide 2019 con 8 patent di invenzione.
Millennials, generation Y, generation Z, centennials. O ancora, iGen e post‐millennials… era dai tempi dei baby boomers che non si assisteva, negli Stati Uniti ma anche in Europa, a una tale corsa a etichettare le generazioni o coorti, come dicono i demografi.
Che è poi tra i meno scientifici degli esperimenti: le ragioni per porre i confini temporali sono spesso approssimative e a volte persino casuali. Tanto che c’è già chi fa confusione sui millennials: tecnicamente, sono i nati dopo il 1980, chi ha raggiunto la maggiore età intorno al 2000. I primi, cioè, a vivere il nuovo millennio e la rivoluzione digitale da protagonisti consapevoli, ammesso che tale consapevolezza esista, tra i nativi digitali.
Ma c’è oggi chi pensa che i millennials siano i nati dopo il 2000. In realtà i millennials, per demografi e soprattutto sociologi, massmediologi, aziende e, forse, anche per i politici, sono già storia. Li abbiamo studiati, osservati e crediamo di conoscerli.
Il vero ponte con il futuro sono i centennials o Gen Z, la generazione di ragazze e ragazzi da poco maggiorenni, che usano qualsiasi device, strumento high‐tech, senza esserne ossessionati o dominati, consci del fattore umano che i millenials forse sottovalutano.
E’ a loro che Artemide ha deciso di guardare, rispecchiandosi in loro e intuendone le caratteristiche autenticamente disruptive rispetto alle sorelle e fratelli maggiori, i millennials. Fonte di ispirazione che merita di essere sostenuta e incoraggiata: per quanto consapevoli, loro sì, delle rispettive capacità e opportunità e dell’essere citizen e netizen, cittadini di internet, possono trarre grande vantaggio dal vedersi ascoltati e supportati da un’azienda come Artemide, fondata da Ernesto Gismondi 60 anni fa, uomo visionario allora come oggi. Disruptive ante litteram, potremmo dire.
Mai settore ‐ quello della luce e della progettazione degli strumenti per propagarla ‐ fu più adatto a un imprenditore: sulla carta, visto l’entusiasmo e l’eclettismo, Gismondi avrebbe potuto dare vita a un’impresa in qualsiasi settore. Ma per fortuna ha scelto l’illuminazione di design. Sbaglierebbe però chi credesse che il progetto che abbraccia i centennials e si chiama GenerAction – ed è anche una campagna pubblicitaria, anche se il termine in questo caso è davvero riduttivo – sia un modo per celebrare i 60 anni dalla fondazione.
E’ stata svelata inoltre GenerAction Artemide, tema della nuova campagna ADV e progetto con cui Artemide da voce ai centennials che si sono distinti in differenti campi grazie alle loro capacità e idee innovative, supportando i loro studi e i percorsi di ricerca.
GenerAction viene presentato ora, ma è un progetto in divenire, che proseguirà per tutto il 2019. “Siamo entusiasti dei primi protagonisti di GenerAction e l’idea di sostenerli nei loro progetti e studi futuri è un investimento che rispecchia perfettamente lo spirito di Artemide, l’azienda della Human & Responsible Light per cui uomo e sostenibilità, sapere e saper fare sono al centro della cultura del progetto” ha spiegato Carlotta de Bevilacqua.
Rayouf Alhumedi, 17 anni (Arabia Saudita); Valerio Paglierino 18 anni (Italia) e Elliot Surrey (Francia) sono i primi centennials scelti per la campagna.
C’è in queste ragazze e ragazzi qualcosa di post‐tecnologico, potremmo dire. O meglio: usano qualsiasi device, programma, strumento hi tech come i baby boomers hanno usato e ancora oggi usano il telecomando o lo spazzolino elettrico (anche se poi, ovviamente sono stati costretti a padroneggiare pc e smartphone). E naturalmente i centennials sono presenti e utilizzano social network, servizi in streaming e di cosiddetta shared economy di ogni genere.
Il loro è un nuovo linguaggio e, di conseguenza, un nuovo modo di pensare. Veloce, certo. Anzi: in costante accelerazione. Anche ponderato e informato però. La Gen Z sa quanto la tecnologia può fare per gli esseri umani, ma sa anche che ci sono molte cose – come i sogni e le visioni e la capacità di realizzarli – che nascono dagli esseri umani, non dai computer e nemmeno dall’intelligenza artificiale.
A chi teme – parliamo soprattutto delle generazioni immediatamente precedenti ai millennials – che i robot, in senso lato, possano sostituire o comunque minacciare le persone in carne e ossa, consigliamo di osservare i protagonisti di GenerAction, di ascoltare il loro modo di ragionare e di parlare. Perché fa tornare la fiducia negli esseri umani, nel futuro e nella possibilità che aziende come Artemide possano continuare a illuminarlo.