A Fiesso D’Artico, vicino Venezia, si nasconde una fiaba. Una fiaba fatta di memorie, passioni, esperienze, mani sapienti. È Caovilla, che dal 1934 fa sognare le donne emozionandole e seducendole.

Un doppio gioco che si muove tra l’unicità e l’eccellenza, incrocio di emozioni che da un lato le fanno sentire speciali calzando scarpe-gemme, dall’altro le rendono consapevoli di essere in possesso di oggetti creati con la stessa devozione che merita un’opera d’arte.

Per ogni paio di Caovilla c’è la media di due giorni di lavoro. Tutte le fasi sono eseguite come un rituale fatto di affetto e precisione. Il flusso creativo bidimensionale impresso su un foglio con i segni veloci di una matita o un pennello, passa poi alla tecnologia che la rende tridimensionale per poi riappropriarsi della solennità del lavoro artigiano durante l’assemblaggio.

Movimenti più esatti e minuziosi di quelli di un calcolatore rifiniscono, attraverso impeccabili orlature, ogni
componente di un sandalo o una décolleté precedentemente tagliato da bisturi quasi chirurgici. Dopo la scomposizione e la rifinitura si arriva alla ricomposizione.

Mani abili e veloci come quelle di un prestigiatore manipolano e rimontano gli elementi in un oggetto unico che
immediatamente convince una donna a sceglierlo non per una invadente strategia di marketing seguire i trend del momento, ma semplicemente per la consapevolezza che per sentirsi belle serve possedere accessori esclusivi.

Il tutto poi è chiuso nella iconica scatola rossa, uno scrigno prezioso per oggetti preziosi. È il Dna di Caovilla che lo ha portato nell’Olimpo del lusso. Il riconoscimento è certificato sia moralmente, dagli 83 anni di crescita e successo universale, sia dalle onorificenze ricevute, una su tutti quella di cavaliere del lavoro per René Fernando Caovilla, grazie all’opera svolta in azienda e per il nutrimento economico reso alla propria terra.