Serenity L’isola dell’inganno – Dal regista e sceneggiatore candidato all’Oscar Steven Knight, esce oggi nelle sale italiane Serenity, un thriller mozzafiato che gira intorno a un triangolo amoroso e una verità nascosta, interpretato dai premi Oscar Matthew McConaughey e Anne Hathaway, di nuovo insieme dopo il successo di Interstellar.

È la misteriosa storia del capitano Baker Dill, un uomo che si è lasciato alle spalle il passato trasferendosi in una bellissima isola tropicale e iniziando una nuova vita. La sua tranquilla esistenza viene nuovamente sconvolta quando ricompare l’ex moglie, mai dimenticata, con una terribile richiesta d’aiuto: uccidere il suo violento e sadico marito. Il capitano Dill dovrà fare i conti con attrazioni e segreti sepolti e con una verità tutta da scoprire.

Il regista e sceneggiatore Steven Knight ha avuto l’idea di Serenity circa tre anni fa, mentre si trovava a bordo di un peschereccio. Ad un primo sguardo Serenity può sembrare solamente la storia di un pescatore ossessionato dalla cattura di un pesce, ma Knight in realtà vorrebbe che il pubblico andasse oltre, e che la gente possa vedere il film non solo come un thriller convenzionale ma anche come qualcos’altro.

Pur non essendo un noir o un thriller tradizionale, Serenity rende certamente omaggio ai classici del cinema e della letteratura di genere, cosa della quale Knight è pienamente consapevole. “Per quanto riguarda i dialoghi, gli ambienti e le atmosfere, ci sono riferimenti voluti a Ernest Hemingway e a Graham Green. Ci sono anche dei riferimenti ad alcuni classici del cinema degli anni ’40 e ’50”.

Serenity L’isola dell’inganno: lo speciale costumi di scena

Anche il costumista Danny Glickman fa riferimento ai classici del cinema noir parlando dei costumi per il film. “La cosa davvero divertente nel disegnare gli abiti per Serenity è l’ambivalenza che c’è in tutti i personaggi, nelle loro storie, nei loro mondi e nella comprensione che hanno della loro situazione. Desideravo affrontare questo lavoro partendo sia dalla realtà nella quale i personaggi si trovano che dagli archetipi sui quali si sarebbero modellati personaggi come questi nei film del passato, soprattutto nei classici del noir. Così ho lavorato tenendo presente film come quelli con Humphrey Bogart e Lauren Bacall, e chiedendomi come avrebbero potuto essere rivisitati in una chiave estetica contemporanea”.

Per il personaggio di Dill, Glickman ha tratto ispirazione dal modello cinematografico classico della virilità, a partire da Bogart e Brando. “Si è trattato di giocare con le diverse combinazioni di vulnerabilità e rudezza, mascolinità e sensibilità. Matthew ed io abbiamo lavorato insieme per trovare un risultato apparentemente semplice, ma che, mano a mano che la storia procede, finisce coll’essere il riflesso della vita che sta vivendo”.

Glickman si è divertito molto a disegnare gli abiti per Karen, interpretata da Anne Hathaway. “Quello che mi piace del personaggio di Karen è che pone molti interrogativi ogni volta che appare nel suo stile sempre elegante e preciso. Credo che nel film la domanda più importante sia chi è veramente Karen”.

Glickman ha quindi pensato che il pubblico avrebbe potuto cercare una risposta all’enigma di chi sia davvero Karen e di cosa voglia anche attraverso quello che indossa. “Una delle parti più divertenti del mio lavoro è stato immaginare quando poter offrire degli indizi e quando assicurarmi che non ce ne fossero neanche di piccolissimi”.

Lavorare con Jason Clarke è stato per Glickman un piacere unico. “Sa come muoversi in abiti bellissimi ed è stato fantastico collaborare con lui per dar forma al personaggio di Frank. Nel film sentiamo parlare molto di Frank prima che lui appaia sullo schermo, per cui le aspettative del pubblico sono molto alte. Quando finalmente appare si rivela come un vero elegantone.” Frank è sempre inappuntabile e Glickman sapeva quanto fosse essenziale che i suoi costumi aiutassero il pubblico a comprendere il personaggio, il mondo dal quale proviene e il mondo che lui si aspetta sempre di avere intorno.

Duke, interpretato da Djimon Hounsou, rappresenta la parte emotiva e spirituale del film. Per Glickman è stato interessante poter creare gli abiti per un uomo che trasmette sempre la sua umiltà e la sua semplicità, ma anche giocare con i colori, in modo da renderlo uno dei personaggi più vivaci e vibranti di Serenity. “È un importante contrappeso al mondo in qualche modo sbiadito che ho creato per il resto del film. Ci sono un sacco di personaggi con abiti dai colori molto pallidi e volevo che Duke portasse invece abiti dai colori molto saturi”.

Per Glickman trovarsi alle Mauritius è stato un fattore importante per capire quale dovesse essere il look di Plymouth. I personaggi si trovano su un’isola tropicale nel mezzo dell’Oceano Indiano. È stupendo, le acque dell’Oceano sono di un blu cristallino, il tempo è paradisiaco e la spiaggia è di sabbia finissima e bianca.

“Gli abitanti di Mauritius sono molto particolari. Sono incredibilmente generosi e tranquilli. Osservare come si vestono, vivere la vita autentica dell’isola, mi ha decisamente aiutato a capire come avrebbe potuto essere la vita a Plymouth. Avevo fatto gran parte dei disegni preparatori a Los Angeles, ma quando sono arrivato qui ho iniziato a incorporare nel progetto l’isola di Mauritius, la mia idea di alcuni comportamenti dei personaggi, a rendere le cose un po’ più rilassate e ad eliminare molti riferimenti alla vita contemporanea. Perché credo che quando sei lì ti accorgi che su un’isola si vive un po’ come in un mondo a parte”.

Serenity è un film che tratta del gioco della vita, e che contiene una visione a lungo termine di cosa significhi davvero vincere, e del legame che va oltre la vita e la morte, l’amore e la fine dell’amore.

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