Ambientato nel dopoguerra, The Brutalist racconta la vita di László Tóth, un architetto ungherese emigrato negli Stati Uniti nel 1947. Tra incomprensioni culturali, discriminazioni e sogni infranti, il protagonista tenta di costruire un’opera capace di unire la brutalità dei materiali al desiderio di speranza.

The Brutalist: il trailer ufficiale

La recensione

Con The Brutalist, Brady Corbet realizza un’opera cinematografica che affonda le sue radici nella storia, mescolando introspezione personale e ambizioni artistiche. Il regista sceglie di narrare un capitolo complesso della storia umana attraverso gli occhi di un architetto il cui lavoro diventa metafora del conflitto tra sogno e realtà. Attraverso un’architettura severa ma piena di significato, il film esplora i compromessi che spesso gli artisti devono affrontare per realizzare la propria visione.

Adrien Brody veste i panni di László Tóth, un architetto il cui passato è segnato dall’orrore del campo di concentramento. La fuga dall’Ungheria lo conduce negli Stati Uniti, una terra che promette opportunità ma impone dure barriere. Fin dal suo arrivo, il protagonista si trova a lottare con la burocrazia e i pregiudizi, incarnati da Ellis Island, simbolo di accoglienza e, al tempo stesso, di esclusione. La separazione forzata dalla moglie Erzsébet (interpretata con sensibilità da Felicity Jones) e dalla nipote Sophia aggrava il suo senso di isolamento, mentre cerca di ricostruire una vita e una carriera in un ambiente ostile.

La pellicola si sviluppa su un arco temporale ampio, attraversando decenni di cambiamenti sociali e artistici. La narrazione è suddivisa in tre atti, ognuno dei quali esplora un aspetto della vita di Tóth: il suo arrivo in America, la costruzione di un’opera architettonica imponente per un facoltoso committente (Guy Pearce) e, infine, l’eredità del suo lavoro negli anni Ottanta.

Corbet costruisce il film con un’attenzione maniacale ai dettagli visivi. La fotografia cattura la freddezza degli edifici e delle città, trasformando l’architettura in un personaggio a sé stante del film stesso. Le geometrie spigolose e le superfici ruvide degli edifici brutalisti riflettono i conflitti interiori del protagonista, mentre la colonna sonora, composta da melodie avvolgenti, amplifica il senso di lotta e speranza.

Adrien Brody offre una performance straordinaria, restituendo con autenticità la complessità di un uomo diviso tra genio creativo e le sfide quotidiane. La sua interpretazione evita il rischio di stereotipi, concentrandosi invece sulla vulnerabilità e sulla resilienza di Tóth. Felicity Jones e Guy Pearce completano il cast con interpretazioni raffinate, aggiungendo profondità ai temi dell’amore, del potere e dell’integrazione culturale.

La durata del film, 215 minuti, potrebbe scoraggiare i meno pazienti, ma ogni scena è un tassello di un mosaico che racconta una storia universale: quella di un uomo che tenta di trasformare le cicatrici del passato in un’opera eterna.

The Brutalist non è solo un film sulla Seconda Guerra Mondiale o sull’architettura; è una meditazione sulla condizione umana e sulla capacità dell’arte di superare le barriere. Un’opera che stimola riflessioni profonde e lascia un segno indelebile.

« di 20 »

The Brutalist
Regia: Brady Corbet
Cast: Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Raffey Cassidy
Durata: 215 minuti
Uscita in Italia: 6 febbraio 2025

credit image by Press Office – photo by Universal Pictures