The French Dispatch recensione: la lettera d’amore di Wes Anderson al giornalismo indipendente
The French Dispatch recensione: il film è molte cose insieme, tante storie racchiuse dentro altre storie, dentro memorie, dentro cornici, che convergono in un insieme organico; una vetrina di meraviglie cinematografiche di tutte le forme e dimensioni in costante movimento; una lettera d’amore al mondo della stampa in generale e al periodico The New Yorker in particolare; alla Francia e ai film francesi; una toccante riflessione sulla vita lontano da casa. E questi elementi non compaiono mai uno alla volta, ma sono solitamente presenti nello stesso momento. Per dirla in modo migliore: è un film di Wes Anderson.
The French Dispatch recensione: il trailer ufficiale
Dalla mente visionaria del candidato all’Academy Award, The French Dispatch dà vita a una raccolta di articoli tratti dal numero finale di una rivista americana pubblicata in una città francese immaginaria del Ventesimo secolo. Il cast è stellare e comprende Benicio del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Lyna Khoudri, Jeffrey Wright, Mathieu Amalric, Stephen Park, Bill Murray e Owen Wilson.
Quattro storie sorprendenti, complesse, perfettamente costruite, ricche di dettagli, inaspettatamente divertenti e ancora più inaspettatamente toccanti, collezionate all’interno di una rivista creata con amore: il French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun.
The French Dispatch recensione: la trama
In occasione della morte del suo amato direttore Arthur Howitzer, Jr., nato in Kansas, la redazione del French Dispatch, una rivista americana a larga diffusione che ha sede nella città francese di Ennui-sur-Blasé, si riunisce per scrivere il suo necrologio. I ricordi legati a Howitzer confluiscono nella creazione di quattro articoli: un diario di viaggio dei quartieri più malfamati della città, firmato dal Cronista in Bicicletta; “Il Capolavoro di Cemento”, la storia di un pittore squilibrato rinchiuso in carcere, della sua guardia e musa, e degli ingordi mercanti d’arte che vogliono le sue opere; “Revisioni a un Manifesto”, una cronaca d’amore e morte sulle barricate all’apice della rivolta studentesca; e “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia”, una storia di droghe, rapimenti e alta cucina piena di suspense.
Il film è interpretato anche da Liev Schreiber, Elisabeth Moss, Edward Norton, Willem Dafoe, Lois Smith, Saoirse Ronan, Christoph Waltz, Cécile de France, Guillaume Gallienne, Jason Schwartzman, Tony Revolori, Rupert Friend, Henry Winkler, Bob Balaban, Hippolyte Girardot e, nella versione originale, Anjelica Huston nel ruolo della Narratrice.
La Rivista
Oggetto: Arthur Howitzer, Jr. (Bill Murray), lo stimato fondatore e direttore del French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun è stato trovato morto, probabilmente a causa di un attacco cardiaco, nei suoi uffici, situati nel Printer’s District della città di Ennui-sur-Blasé, Francia.
La sua redazione, scelta da lui personalmente — che comprende il vignettista (Jason Schwartzman), lo story editor (Fisher Stevens), il consulente legale (Griffin Dunne), la copy editor (Elisabeth Moss), la correttrice di bozze (Anjelica Bette Fellini) e uno scrittore allegro (Wally Wolodarsky), il quale frequenta gli uffici del French Dispatch da anni senza mai aver scritto una singola parola – si riunisce attorno alla salma per collaborare alla scrittura di un necrologio. Sono guidati dagli amati giornalisti di Howitzer, che lui coccolava e incoraggiava, rimproverava e risollevava, guadagnandosi la loro devozione e il loro affetto.
C’è Herbsaint Sazerac (Owen Wilson), l’intrepido Cronista in Bicicletta, attratto dagli aspetti più inquietanti e sgradevoli delle città che visita; la cronista e critica J.K.L. Berensen (Tilda Swinton), che conosce intimamente ogni lato del mondo dell’arte moderna; Lucinda Krementz (Frances McDormand), la saggista solitaria che difende strenuamente la sua integrità giornalistica, così come le sue passioni private e Roebuck Wright (Jeffrey Wright), il solitario ed eclettico espatriato dotato di una memoria tipografica, scoperto e salvato da Howitzer in circostanze umilianti.
Gli articoli di French Dispatch
- “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia” di Roebuck-Wright è un ritratto su commissione del leggendario chef Nescaffier (Stephen Park) — al servizio del Commissario (Mathieu Amalric) di Ennui-sur-Blasé — che si tramuta inaspettatamente in una tesa storia di suspense dai minuti contati quando una banda di malviventi guidata dallo “Chauffeur” (Edward Norton) rapisce l’amato figlio del Commissario, l’aspirante investigatore Gigi (Winsen Ait Hellal), e minaccia di ucciderlo a meno che il contabile (Willem Dafoe) della criminalità organizzata locale, recentemente arrestato, non venga rilasciato dal carcere.
- Il tour di Sazerac attraverso Ennui-sur-Blasé, un’antica città costruita su una collina, con le sue vetuste cattedrali dalle alte torri, i suoi sentieri stretti e acciottolati che si snodano lungo file di vecchie strutture in pietra, con il suo fascino e la sua degradazione, con la sua vita notturna e i suoi malviventi, in cui tutte le epoche sembrano dissolversi nell’essenza intramontabile della Francia, scorrendo come le acque del vicino fiume Blasé.
- “Il Capolavoro di Cemento” di Berenson, in cui il lavoro del pittore squilibrato rinchiuso in carcere Moses Rosenthaler (Benicio del Toro e Tony Revolori nel ruolo dell’artista da giovane) viene scoperto, brutalmente pubblicizzato e venduto a prezzi sempre più astronomici dal mercante d’arte Julian Cadazio (Adrien Brody) e dai suoi zii (Bob Balaban e Henry Winkler)… e il cui capolavoro, affannosamente atteso e in corso d’opera da anni, ispirato alla sua guardia e musa Simone (Léa Seydoux), è svelato in pompa magna di fronte all’impaziente mondo dell’arte, che comprende la rinomata collezionista d’arte del Kansas e probabile compratrice Upshur “Maw” Clampette (Lois Smith).
- “Revisioni a un Manifesto” di Krementz, una testimonianza in prima persona dei rancori e delle passioni, politiche e sessuali, che spingono la gioventù romanticamente disillusa di Ennui a scendere in guerra contro i loro padroni adulti per dare vita a un tumultuoso sciopero generale che porta alla chiusura dell’intero paese. I carismatici eroi di Krementz, il sognante Zeffirelli (Timothée Chalamet) e la caparbia Juliette (Lyna Khoudri), sono gli sventurati leader del movimento.
Da vedere perché
E’ un capolavoro girato da un filmmaker straordinario E’ un film che celebra la parola scritta in un periodo in cui abbiamo perso la capacità di apprezzare il linguaggio e l’intelligenza espressa attraverso il linguaggio. Il film celebra l’amore di Wes Anderson per il cinema, la letteratura e la cultura della Francia.
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