The Hanging Sun – Il sole di mezzanotte: il racconto di due anime specchiate
The Hanging Sun – Il sole di mezzanotte è il film diretto da Francesco Carrozzini, presentato fuori concorso in occasione della 79 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ed è l’adattamento cinematografico del romanzo di Jo Nesbø, con protagonisti Alessandro Borghi, Peter Mullan, Jessica Brown Findlay, Charles Dance, Raphael Vicas, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Anton Valensi, Lorenzo McGovern Zaini e Benjamin Noble.
The Hanging Sun – Il sole di mezzanotte: il trailer ufficiale
La trama
Siamo in un grande porto del Nord Europa, nel cuore della notte, quando John decide per la prima volta di disobbedire a suo padre Dad e di fuggire lontano. La vita criminale a cui il padre lo ha instradato non fa più per lui e gli vengono i brividi al pensiero che, in fondo, quella sia l’unica esistenza a cui Dad lo abbia mai preparato.
John raggiunge un villaggio di poche anime nel profondo Nord, dove il sole sembra non tramontare mai, e si nasconde in una capanna nei boschi in attesa dei documenti per continuare la sua fuga. Ma Dad non può rinunciare all’unico figlio a cui tiene davvero: tempo di ricostruire i suoi spostamenti e scovarne la posizione, che a suo fratello Michael viene ordinato di andarlo a recuperare.
In questo tempo sospeso e con il fratello sulle sue tracce, John conosce Lea e suo figlio Caleb. Lea è una giovane pescatrice che per anni ha subito gli abusi di un marito violento e alcolizzato, Aaron, che ha da poco perso la vita in mare in circostanze poco chiare. Come John, anche Lea conduce una vita all’ombra di suo padre, Jacob, il pastore del paese che le ha sempre proibito atteggiamenti non conformi alla morale cristiana.
Con il passare dei giorni i tre si avvicinano. Per Lea John è il primo uomo in grado di darle protezione, senza privarla della sua libertà, per Caleb un’insperata figura paterna a cui raccontare il proprio mondo e lo stesso John sembra intravedere in questo incontro la possibilità di una redenzione e di una nuova vita. Inevitabilmente, iniziano a sentirsi come una nuova famiglia. E mentre Michael si avvicina sempre più al fratello, il cerchio si stringe anche intorno a Lea con suo padre che vuole intrappolarla nuovamente in una vita che non desidera.
Lea e John dovranno riuscire a emanciparsi dai rispettivi padri; solo in questo modo potranno mettere fine a un passato doloroso e aprirsi, finalmente, all’inaspettata possibilità di una nuova vita insieme.
Come racconta Francesco Carrozzini: “Quando ho letto per la prima volta il romanzo di Jo Nesbø ero in California e nulla avrebbe potuto essere più distante dagli scenari descritti: noir, infiniti ma claustrofobici e allo stesso tempo mistici. Da subito mi ha toccato la storia di amicizia tra John, la cui infanzia è stata interrotta, e Knut (che nel film si chiama Caleb), un bambino già un po’ adulto in cui John si rivede.
Ho anche amato moltissimo il fatto che John e Lea, la madre di Knut, si innamorino senza quasi sfiorarsi. Tutto il lavoro che ho fatto su me stesso e di riflesso sul film è stato un percorso accidentato, sorprendente e di grande catarsi, in cui sono diventato padre ed ho imparato cosa voglia dire essere figlio. La scrittura di Stefano Bises ha ovviamente dato forza a questo percorso aiutando a solidificare un dramma sentimentale con il cemento del noir.
Lavorare con giganti come Charles Dance e Peter Mullan e con incredibili attori come Alessandro Borghi, Jessica Brown Findlay, Raphael Vicas, Fred Schmidt e Sam Spruell è stato non solo un onore ma una scuola incredibile, devo a loro se ho scoperto sulla mia pelle cosa voglia dire fare cinema, un sogno che avevo fin da bambino. Sono anche stato fortunato perché, grazie al coraggio dei produttori, abbiamo girato nei luoghi da cui il romanzo proviene.
Passare tre mesi su un’isola in Norvegia a fare un film è stato come vivere in un mondo parallelo, dal quale sarebbe stato difficile tornare alla realtà, se non fosse stato per la nascita di mio figlio, pochi giorni dopo la fine delle riprese. Finire un film provoca un grande senso di nostalgia, a maggior ragione se quel film è il primo e non conosci le emozioni che ti attraversano. Sono felice però, in fondo è solo l’inizio.”
I temi di fondo del romanzo “Midnight Sun” di Jo Nesbø sono la colpa e la redenzione e l’indagine sulle circostanze che portano un essere umano a valicare i confini tra bene e male. E’ il racconto di due anime specchiate, provenienti da mondi molto distanti, che il destino ad un certo punto fa incontrare.
Proprio per cercare di descrivere l’influenza sul presente dei traumi passati, il racconto nel film si svolge su tre archi temporali diversi, che si intrecciano svelando gradualmente il mistero e la natura dei personaggi, le ragioni intime di atti violenti che pregiudicano la possibilità di assoluzione, perdono e quindi pacificazione.
Un ruolo centrale nella storia lo occupa l’ambientazione: l’estremo nord, un luogo e una comunità fuori dal mondo e dal tempo. Un personaggio a tutti gli effetti. Un confine, visivamente struggente, tra modernità e arcaicità che, come un reagente chimico, porta alla luce sentimenti estremi, anch’essi fuori dal mondo e dal tempo.
credit image by Press Office – Photo by Matteo Gastel