The Substance: un’immersione nell’horror femminista di Coralie Fargeat

The Substance di Coralie Fargeat, già acclamato ai Golden Globes e in corsa per gli Oscar, è un horror provocatorio che riflette sull’immagine del corpo femminile nella società. Tra riferimenti a Cronenberg e una satira tagliente, il film si impone come un’opera d’impatto visivo e concettuale.

The Substance: il trailer ufficiale

Recensione

The Substance è un film che va oltre il semplice genere horror. Diretto dalla visionaria Coralie Fargeat, l’opera esplora temi profondamente radicati nella cultura contemporanea, trasformando il corpo femminile in un campo di battaglia in cui si scontrano pressioni sociali, desideri personali e un irresistibile bisogno di libertà.

Sin dalla prima scena, il film introduce lo spettatore in un mondo spietato e affascinante. Con un mix di body horror e critica sociale, Fargeat utilizza ogni elemento cinematografico per costruire una riflessione provocatoria sull’ossessione per la perfezione fisica e le aspettative sociali imposte alle donne.

Un patto diabolico con sé stessi

Al centro della storia troviamo un prodotto apparentemente miracoloso chiamato The Substance. La promessa è allettante: una versione migliorata di te stesso, più giovane, più bello, ma con una condizione inquietante. La vita deve essere divisa tra la vecchia e la nuova versione di sé, alternando settimane di esistenza. L’equilibrio sembra semplice, ma le cose iniziano a complicarsi quando questo confine viene infranto.

Il film si sviluppa attraverso una narrazione che combina suspense e satira, esplorando come la società contemporanea controlli i corpi e le identità delle donne attraverso aspettative irrealistiche.

La performance di Demi Moore è una delle più intense della sua carriera. Con un’interpretazione audace, l’attrice dà vita a un personaggio complesso, attraversato da paure e desideri contrastanti. Margaret Qualley, nel ruolo di Sue, porta sullo schermo una vulnerabilità potente, che cattura lo spettatore e lo guida attraverso le dinamiche disturbanti della storia.

L’intero cast, diretto con precisione da Fargeat, riesce a bilanciare perfettamente le sfumature emotive e l’intensità fisica richiesta dalla trama. Fargeat cita apertamente le influenze cinematografiche che l’hanno ispirata e che spaziano da Cronenberg a Kubrick, passando per Lynch e De Palma. Il risultato è un linguaggio visivo raffinato, dove ogni immagine è carica di significato. Il sangue diventa un simbolo ricorrente, una metafora viscerale delle pressioni che le donne subiscono quotidianamente.

Gli ambienti, progettati con una meticolosità che richiama Shining, amplificano l’angoscia dello spettatore, mentre le dinamiche tra i personaggi riflettono un’ironica crudeltà che ricorda Tarantino.

The Substance non è solo un film da vedere, ma da vivere e discutere. La regista si immerge nel body horror per denunciare come la società plasmi i corpi femminili secondo modelli irraggiungibili, trasformandoli in oggetti di controllo e giudizio.

La pellicola non si limita a criticare, ma invita a una liberazione collettiva. Attraverso una satira che oscilla tra il grottesco e il tragico, il film affronta temi come l’autostima, il valore personale e la pressione sociale, offrendo uno spunto di riflessione che colpisce dritto al cuore.

Con The Substance, Coralie Fargeat realizza un film capace di affascinare e disturbare, lasciando nello spettatore un’impressione duratura. Tra i migliori horror contemporanei, è un’esperienza da non perdere per chi cerca un cinema che unisce forma e contenuto con potenza espressiva.

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credit image by Press Office – photo by Christine Tamalet – Copyright © Universal Studios

Andrea Winter

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Esperto di cinema e serie TV. La sua passione si è consolidata nel corso degli anni grazie a un costante impegno nel seguire da vicino gli sviluppi dell'industria dell'intrattenimento. E' costantemente aggiornato sulle ultime novità del mondo del cinema e delle produzioni televisive.

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